Save the Children chiede il cessate il fuoco immediato e l’accesso umanitario urgente per i bambini sfollati a causa dei combattimenti di Dera’a nel sudest della Siria. Decine di migliaia di civili sono sfollati a Quneitra al confine con le alture del Golan o nell’area occidentale di Dera’a sotto il sole cocente.
I bisogni umanitari tra gli sfollati sono enormi. Mancano tende e materassi, acqua pulita, cibo e assistenza sanitaria. Esposti a temperature fino ai 45 gradi, molti bambini sono già morti a causa della disidratazione, di insolazioni o punture di scorpione, secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite.
In questo momento, è impossibile accedere alla zone interessate sia dalla Giordania che da Israele, e gli aiuti non possono arrivare neanche dall’interno della Siria. Gli operatori umanitari costretti a sfollare insieme ai civili stanno facendo ogni sforzo ma senza le risorse e le condizioni di sicurezza necessarie.
I partner di Save the Children sono ancora attivi in alcune parti dell’area ovest di Dera’a e l’Organizzazione sta cercando di approntare una risposta di emergenza a Quneitra, per distribuire aiuti di prima necessità e fornendo cibo, supporto psicologico ed educativo per i bambini.
“Lo sfollamento a cui abbiamo assistito dopo le violenze che si sono abbattute su Dera’a nelle ultime settimane è il più ingente da quando è iniziato il conflitto sette anni fa. Alcuni bambini sono ancora intrappolati in aree di combattimento intenso, e decine di migliaia di famiglie hanno bisogno urgente di aiuti salvavita,” ha dichiarato Caroline Anning, Advocacy Manager per la Siria di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.
“Decine di migliaia di famiglie sfollate sono disperse in zone di confine dove non ci sono nemmeno gli alberi per potersi proteggere dal sole cocente. I nostri partner impegnati nella distribuzione dei primi aiuti sono testimoni di una situazione spaventosa e della disperazione dei genitori.”
“È di vitale importanza che le parti in conflitto e i paesi confinanti facilitino l’accesso degli aiuti umanitari attraverso le frontiere e i fronti di combattimento, si impegnino a proteggere i civili e gli operatori umanitari e pongano fine agli attacchi devastanti sulle aree e sulle infrastrutture civili come scuole e ospedali.”