Combattimenti, impedimenti all’accesso delle organizzazioni umanitarie e rincari dei beni alimentari stanno aggravando la situazione di grave malnutrizione infantile a Ghouta Est, nella regione rurale di Damasco.
Circa 400.000 civili – metà dei quali bambini – sono intrappolati nell’area, sotto assedio ormai da metà 2013.
Secondo un’indagine condotta in 27 località della zona, 11,9% dei bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione acuta – il tasso più alto registrato in Siria dall’inizio del conflitto (marzo 2011).
In uno studio analogo, realizzato a gennaio di quest’anno, il tasso di malnutrizione acuta fra i bambini di Ghouta Est era del 2,1%.
Oltre un terzo dei bambini dell’indagine soffre di rallentamenti nella crescita, condizione che aumenta i rischi di ritardi nello sviluppo, di contrarre malattie e di morire.
I tassi di malnutrizione acuta sono particolarmente elevati tra i bambini più piccoli. Madri di bambini sotto i 2 anni hanno ridotto o interrotto l’allattamento al seno a causa della loro scarsa nutrizione e del clima di costante violenza.
L’impennata nei prezzi dei beni alimentari di base hanno reso per la maggior parte delle famiglie molto difficile preparare pasti cucinati.
A Ghouta Est il prezzo di una porzione minima di pane costa 85 volte di più che a Damasco, a soli 15 chilometri di distanza: una differenza enorme che, ancora ad agosto, era di 24 volte. Una bombola di gas a Ghouta Est si vende oggi a 300 dollari, rispetto ai 44 della capitale.