La sindrome del bambino scosso vede quest’anno la sua prima giornata dedicata. Per l’occasione, la Fondazione Terre des Hommes, insieme a Anpas, Fimp e della Rete ospedaliera contro il maltrattamento infantile, sarà presente in più di 25 città d’Italia con la campagna di sensibilizzazione “Non scuoterlo!” ideata nel 2017 e rivolta a genitori e operatori sanitari. La Fondazione ha illustrato con chiarezza in cosa consiste la sindrome e quali conseguenze può portare.
Il pianto dei neonati
Il pianto dei propri figli neonati è uno dei ricordi che ogni genitore conserva indelebile nella propria mente. Il ricordo riporta inevitabilmente all’angoscia generata da una senso di impotenza. Soprattutto chi è diventato genitore per la prima volta si sente dilaniato dal pianto del proprio bambino di cui non riesce a interpretare il significato. Per tentare di consolarlo si provvede spesso a sballottolarlo, a scuoterlo nella speranza che si distragga dal suo pianto, senza sapere che quel gesto può causargli gravi danni.
Sindrome del bambino scosso come maltrattamento dei neonati
La sindrome del bambino scosso, Shaken Baby Syndrome (SBS), è descrivibile, infatti, come una grave forma di maltrattamento ai danni dei neonati. La sua maggiore incidenza si registra tra le due settimane e i sei mesi di vita quando il pianto del lattante è alla sua massima intensità. Scuotere i bambini in quel periodo è particolarmente pericoloso perché sono molto delicati. La struttura ossea è fragile, la scatola cranica è ancora molle e non completamente chiusa e il cervello ha una consistenza gelatinosa. Anche la struttura muscolare è ancora debole, il bambino in quel periodo presenta una testa più pesante del corpo e i suoi muscoli, di cui non ha il pieno controllo, non riescono ancora a mantenerla dritta. Infine, l’adulto che manovra il lattante ha una forza di gran lunga superiore rispetto al piccolo.
Quali sintomi e conseguenze
Come capire se il proprio bambino è affetto da questa sindrome? I sintomi principali, come illustrato da Terre des Hommes, sono:
- Letargia/diminuzione del tono muscolare
- Estrema irritabilità
- Riduzione dell’appetito, scarsa alimentazione o vomito senza un apparente motivo
- Comparsa di lividi da afferramento su braccia o torace
- Assenza di sorrisi o di vocalizzi
- Suzione e deglutizione scarse
- Rigidità o cattiva postura
- Difficoltà respiratorie
- Riduzione del livello di coscienza
- Convulsioni/Crisi
- Il capo e la fronte appaiono più grandi del normale (aumento della circonferenza cranica disarmonico rispetto a peso e altezza)
- La fontanella anteriore può apparire bombata (o pulsante)
- Difficile controllo del capo
- Difficoltà/Incapacità di agganciare lo sguardo e seguire movimenti
- Differente grandezza delle pupille
- Sonni prolungati
- Frequenti pianti inconsolabili
- Pianto lamentoso
Lo scuotimento, anche se dura pochi secondi, può avere gravi conseguenze sul neonato:
- Disturbi dell’apprendimento
- Disabilità fisiche
- Danni alla vista o cecità
- Disabilità uditive
- Disturbi del linguaggio
- Paralisi cerebrale
- Epilessia
- Disturbi comportamentali
- Ritardo psicomotorio e ritardo mentale
In un caso su quattro il lattante può andare incontro al coma e alla morte.
Al largo da cattive abitudini
Secondo Terre des Hommes, esistono altri comportamenti che i genitori di lattanti mettono in atto e che, seppur non in stretta correlazione con la sindrome, sono da evitare:
- far saltellare il bambino sulle tue ginocchia (gioco del cavalluccio)
- sballottare o lanciare il tuo bimbo in aria
- fare jogging o andare in bici col tuo bimbo
- cadute dal divano o da un altro mobile
- frenate brusche in auto o non rallentamenti prima di dossi o di dissuasori