(Adnkronos) – Mancano ormai pochi giorni alla fine della scuola, che si chiuderà in quasi tutta la Penisola l’8 giugno. Un conto alla rovescia in cui la maggioranza dei bambini e dei ragazzi sperimenta la ‘sindrome da fine anno scolastico’: stanchezza, sonno più difficile, inappetenza, scarsa concentrazione. Difficoltà che per i più grandicelli si accompagnano anche agli sforzi per lo ‘sprint finale’ tra interrogazioni, esami, saggi vari.
“E’ sicuramente un momento di stress da non sottovalutare”, spiega all’Adnkronos Salute Elena Bozzola, consigliera della Società italiana di pediatria (Sip) e presidente dell’associazione Onlus ‘Il bambino ed il suo pediatra’, che delinea – sul piano psicofisico per alunni e studenti – questa fase dell’anno, suggerendo ai genitori qualche accorgimento.
“I bambini e i ragazzi – continua – cominciano a sentire la stanchezza anche per fattori ambientali: comincia a fare più caldo, aumenta la luce, le giornate si allungano e questo influisce sul sonno. Sia piccoli che più grandi tendono a rimanere svegli, cambia il ciclo sonno-veglia e questo ha ripercussioni sul numero di ore di sonno ‘buono’. E se un bambino dorme meno o si risveglia più volte durante la notte ne risente tutta la giornata.
E’ più irritabile, inappetente. Una inappetenza che è già fisiologica quando aumentano le temperature, si tende a mangiare un po’ di meno, ma anche a bere di meno”. Per questo è fondamentale fare attenzione all’alimentazione “che deve essere ricca di acqua, vitamine e sali minerali – raccomanda la pediatra – perché con il sudore si perdono liquidi e nutrienti.
Via libera quindi a frutta e verdura, a pasti più leggeri in modo da invogliare i piccoli a mangiare, evitando che la loro curva di crescita non diminuisca e l’idratazione non ne risenta”. Importante, inoltre, prosegue Bozzola, “cercare di rispettare le abitudini dei piccoli. Se per esempio il bambino è abituato a fare il sonnellino pomeridiano, meglio non abbandonare la routine e mantenere il ritmo indipendentemente dalle giornate di sole che invogliano a giocare”.
Per quanto riguarda i più grandicelli, “siamo vicini allo spauracchio dell’esame di terza media che è la prima vera prova che devono affrontare. E’una tappa fondamentale perché imparino ad avere le loro piccole responsabilità. E vanno sostenuti nello sforzo finale per organizzare bene la propria giornata di studio, consigliando, per esempio, di ripetere ad alta voce per concentrarsi perché non mollino nell’ultimo sforzo”. “Non vanno invece bloccati i momenti dedicati allo sport e all’attività fisica.
I ragazzi devono avere momenti di svago con gli amici, ma anche per l’attivià motoria”, sottolinea la pediatra. No invece “alle corse finali sacrificando il sonno. Otto-9 ore di buon riposo sono necessarie”. I genitori, infine, “non devono accrescere lo stress dei ragazzi con le loro ansie, con paragoni con fratelli e sorelle o con una esagerata attenzione al voto finale”, ammonisce l’esperta. I figli, conclude, “devono essere aiutati a dare il massimo nella loro prima grande prova che non deve essere ricordata come ansia e paura, ma come un piccolo grande traguardo”.
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