Con il termine similalimentosi indica generalmente un oggetto che riproduce un alimento, si tratta di imitazioni in plastica, in resina o in altri materiali. Come spiega il Ministero della Salute, questi piccoli oggetti, apparentemente innocui, possono essere davvero pericolosi specialmente per i più piccoli.
Il rischio deriva specialmente dal fatto che possono essere succhiati, ingeriti, bevuti o masticati con evidente pericolo per la salute del consumatore. I più venduti fra questi piccoli aggeggini sono i similalimenti con calamita, chi non ne ha visto almeno uno attaccato al frigorifero, a portata di mano dei più piccini. I bambini, infatti, non sono in grado di distinguere il vero cibo dalla sua imitazione, così come spesso accade con le gomme per cancellare o le candele che presentano l’”aggravante” della profumazione. Candele e gomme per la scuola sono, infatti, fra le imitazioni che risultano più a rischio ingestione. Perché? Per la profumazione spesso accattivante che induce a condurli alle labbra in modo istintivo.
La nostra legge, con il decreto legislativo 73 del 1992, ha vietato la commercializzazione, l’importazione, fabbricazione ed esportazione dei prodotti che compromettono la salute e la sicurezza dei consumatori. Fra questi, i similalimenti. All’articolo 1 del decreto viene specificato molto chiaramente che tali prodotti, pur non essendo di tipo alimentare, ne presentano tutte le caratteristiche estetiche. Caratteristiche, che possono confondere il consumatore, specialmente i bambini. La vendita di questi prodotti nel nostro Paese rappresenta un reato punibile con ammenda o con arresto sino a sei mesi.
Chi avvia il sistema di controllo è il corpo carabinieri, in particolare i Nas, questi, se ritengono che un prodotto debba essere ritirato dal commercio segnalano subito la cosa all’Istituto Superiore della Sanità e, contestualmente, informano il Ministero della Salute e il Ministero dello Sviluppo Economico, i quali sono tenuti a disporre il ritiro della merce e lo smaltimento a carico della ditta contravvenente. Successivamente entra in gioco il Rapex (Rapid Alert System for Non Food Products) che comunica la disposizione di ritiro alla Commissione Europea. Dalla sezione dedicata al Rapex del sito della Commissione Europea è possibile consultare l’elenco dei similalimenti circolanti sul territorio nazionale.
Nonostante i controlli, però, una buona parte di questi prodotti non viene ritirata dal mercato, parliamo per lo più di prodotti cinesi, anzi, dando uno sguardo al Rapex è possibile rendersi conto velocemente che le notifiche di food imitating products si attestano da tempo in Italia intorno alle 30 l’anno. Questo vuol dire che una buona fetta di questi prodotti riesce ad eludere i controlli doganali e ad arrivare agli esercizi commerciali. Il più alto tasso di similalimenti segnalati proviene dal sud, non ultimo il caso napoletano dello scorso Novembre. La Guardia di Finanza ha sequestrato circa 19mila mini panini – brioches di plastica nocivi per la salute a un negoziante di origini cinesi. A Treviso qualche mese prima erano stati sequestrati dei grappoli d’uva, sempre importati dalla Cina e messi in vendita come decorazioni floreali in un supermercato di Conegliano. Sottoposti a un test, questi grappoli si disgregavano molto facilmente con evidente pericolo per i bambini. Il più importante sequestro, però, riguarda la Sicilia. Nel 2013 al porto di Palermo sono stati sequestrati oltre 40mila oggetti provenienti dalla Cina che riproducevano in maniera impeccabile cioccolatini, biscotti, pomodori e tanto altro ancora.