Classe 1937, Craia è presente dalla fine degli anni Cinquanta sulla scena artistica. Ironia dadaista, dissacrazione di ogni forma di mondana autoreferenzialità, incessante capacità di rigenerarsi sono i tratti che sembrano meglio descrivere la sua personalità.
La mostra pone in luce la sua poliedrica presenza in campo artistico e omaggia al contempo la sua attività a favore delle istituzioni comunali di Macerata dove ha lungamente operato come Curatore e come Presidente della Pinacoteca, a partire dagli anni ’70 grazie al fervido sodalizio con Elverio Maurizi.
Sale espositive di Palazzo Buonaccorsi
La selezione delle opere tocca ognuno dei momenti che caratterizzano il lavoro di Craia: dal Naturalismo lirico all’Informale, alle Idrologie, alle Influorescenze, ai Recuperi formidabili fino al confronto con le ceramiche, per concludersi con la suggestiva installazione esposta alla 54 Biennale nel 2011. Complementare, in esterni il grande cubo di Baia Domizia, opera realizzata con Sante Monachesi e Giorgio Cegna, fondatori insieme a lui nel 1968 di AgràMa, movimento contestatario di rottura. Un percorso di circa 40 opere che restituisce con linearità e chiarezza la parabola dell’artista.
Biblioteca Mozzi Borgetti
con diretto richiamo alla sede storica della Pinacoteca e alle salette espositive al tempo animate dalle mostre della Brigata Amici dell’arte, oggi vi sono ambientati due approfondimenti dedicati alla produzione gestuale e alle Idrologie, frutto, queste ultime, del sodalizio con il poeta Emilio Villa (1914 -2003), esponente di spicco della neoavanguardia.
Borgo di case di terra di Villa Ficana
Grazie alla collaborazione con l’Ecomuseo che lo anima, ospita la recente produzione dedicata ai legni e alcune ceramiche.
Il catalogo della mostra raccoglie testi critici di Paola Ballesi, Massimo Bignardi, Lucia Cataldo, Loretta Fabrizi, Ada Patrizia Fiorillo e Alvaro Valentini.