Non più di qualche giorno fa il CTS aveva approvato il documento del ministero dello Sport sulla riapertura di palestre e piscine, la campagna vaccinale procede a passi da gigante, il sistema regionale a fasce di rischio continua a lavorare nella sua modularità. Non potevamo dirci ancora fuori dalla pandemia ma nutrire un certo ottimismo sulla strada imboccata. Poi, mentre Draghi disegnava il nuovo governo, ecco che i media tornano ad affollarsi con nuove dichiarazioni del sottosegretario alla Salute uscente, Pierpaolo Sileri, e del consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi il quale ha espresso nientedimeno che la richiesta di un nuovo lockdown totale.
Lockdown sì o no? Sulla richiesta si scontrano Ricciardi e Sileri
La mazzata è arrivata quando, a un giorno dalla scadenza dell’ultimo DPCM, il ministero della Salute ha bloccato la riapertura degli impianti sciistici fino al prossimo 5 marzo. A dispetto della rabbia manifestata dagli operatori del settore, il consigliere del ministro Speranza, Ricciardi, ha rincarato la dose invocando la necessità di ricorrere a un nuovo lockdown generalizzato, sull’esempio di un anno fa. Le soluzioni anti assembramenti e tutte le strategie di convivenza col virus, messe in atto finora, evidentemente non sono bastate, ha spiegato Ricciardi aggiungendo che, su questo punto, avrebbe avuto un momento di confronto col ministro.
Soluzioni diversificate
Linea più morbida per il sottosegretario alla Salute uscente Sileri secondo il quale un lockdown come quello dello scorso anno risulterebbe esagerato e che la soluzione migliore resta quella di zone rosse a livello locale. Nel corso delle ultime interviste, Sileri ha manifestato tutta la preoccupazione per le varianti del virus, soprattutto quella inglese, che stanno iniziando a circolare anche nel nostro Paese. Sul tema varianti si è espresso anche Massimo Galli. Secondo il virologo dell’Ospedale Sacco di Milano saranno la causa di un nuovo affollamento degli ospedali nelle prossime settimane. Anche per lui, la chiusura totale sarebbe la soluzione più indicata.
This show must go on?
Dunque è accaduto qualcosa che ci ha fatto fare un passo indietro? Le misure messe in atto per contrastare la pandemia sono insufficienti? O piuttosto si è riallestito il teatrino in vista di nuove nomine? La sensazione che se ne ricava è che ogni esperto stia utilizzando i mezzi di comunicazione come per proporsi per ottenere un posto di lavoro ora che un nuovo governo si sta formando. L’auspicio, invece, è che venga inaugurato un nuovo corso nel quale la comunicazione sia calibrata alle effettive notizie da diffondere e in cui ogni “addetto ai lavori” si metta effettivamente al lavoro invece di partecipare di continuo a programmi televisivi. Se effettivamente siamo davanti a uno scenario nuovo e più pericoloso cos’è più necessario fare?
In copertina foto di Orna Wachman da Pixabay