Foxcatcher è la terza notevolissima pellicola del regista Bennet Miller, che nel 2006 esordiva dirigendo il compianto Philip Seymour Hoffman in Truman Capote – a sangue freddo.
Cinefago l’ ha selezionata nella cinematografia di Sienna Miller, che presiede con gli altri colleghi alla giuria del Festival di Cannes in corso in questa settimana. Bennet ha vinto per Foxcatcher il premio come miglior regia al Festival di Cannes nel 2014 e ottenuto agli Oscar 2015 cinque nomination tra cui miglior attore non protagonista per Mark Ruffalo.
Sienna Miller interpreta la moglie di Dave Shultz (Mark Ruffalo) che fu insieme al fratello minore Mark Shultz (Channing Tatum), un campione olimpionico di Wrestling negli anni Ottanta. La storia è ispirata, ma non aderente completamente alla realtà, alle vicende dei due fratelli in seguito al loro incontro e alle loro implicazioni con il miliardario John du Pont (Steve Carrell) che si definì filantropo e patriota,appassionato di Wrestling finanziò la squadra americana negli anni Ottanta mettendo a disposizione la sua tenuta in Pennsylvania determinato ad ottenere l’Oro Olimpico in modo da rappresentare gli Stati Uniti con prestigio e fama.
L’aspetto psicologico domina la vicenda, fatta di evocazione più che di chiare spiegazioni degli stati d’animo, ma soprattutto esplora una mentalità americana fatta di tutte le sfumature di una rigidità perfettamente veicolata da uno sport come questo tipo di lotta libera.
Mark Shultz è un ragazzotto di provincia che non ha altro che il Wrestling, legatissimo al fratello maggiore che lo allena, orfano di entrambi i genitori, sogna di diventare campione del mondo. Un giorno viene convocato nella tenuta del ricco du Pont che gli propone di far parte della squadra dei Foxcatcher , il che prevede un allenamento intensivo nella sua proprietà, con vitto e alloggio pagati profumatamente. Mark non può crederci, accetta senza pensarci due volte, ma il costo sarà una subordinazione psicologica all’enigmatico magnate, che vacillante tra deliri di onnipotenza dati dalla sua posizione sociale, e il disagio latente del non essersi mai sentito abbastanza amato da una fredda madre, farà il bello e il cattivo tempo nel rapporto con il ragazzo coinvolgendolo in una mai del tutto decifrabile ambiguità di sentimenti, e un piglio severo e violento che mortifica e fa vergognare. Nella preparazione alle Olimpiadi viene successivamente coinvolto anche Dave, che proteggerà il fratello appena intuito il malessere, ma che pagherà con la vita.
“Io sono una guida per gli uomini. Regalo all’America speranza” è ciò di cui è convinto l’aristocraticamente squilibrato du Pont che inebrierà la mente di Mark iniziandolo al lato oscuro del successo e gli toglierà per sempre l’innocenza.