La sicurezza sul lavoro è come un puzzle che si è andato costruendo negli anni. Nata in ambito industriale tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la materia si è inizialmente concentrata su quei lavori che presentavano rischi oggettivi. Non a caso il primo passo per andare incontro ai lavoratori è stato creare delle assicurazioni contro gli infortuni. Anche le prime normative in materia di sicurezza hanno avuto come oggetto le assicurazioni che da facoltative sono diventate obbligatorie. In un secondo momento è entrato in gioco un altro tassello: l’igiene del lavoro. Un concetto che possiamo esprimere anche come prevenzione degli infortuni. Le normative inerenti a questo nuovo capitolo sono nate in modo sparso, pensate per i singoli settori lavorativi. Per avere una normativa unica in materia di sicurezza sul lavoro, quindi una normativa applicabile a tutti i settori lavorativi, si è dovuto attendere il 2008.
Sicurezza sul lavoro: le direttive
In quell’anno, infatti, viene approvato il “Testo unico sulla sicurezza”. Le nuove norme si muovono sostanzialmente su quattro direttrici di marcia:
- riconoscimento di quelli che sono i fattori e le fonti di rischio
- riduzione al minimo del fattore rischio
- controllo costante delle misure di prevenzione attuate
- creazione di una strategia aziendale che tenga conto di tutti i fattori di rischio e preveda gli strumenti adeguati per gestirli
Perché questo preambolo storico sulla sicurezza? Per sottolineare come questo tema sia e debba consolidarsi come una questione culturale. Abbracciare la cultura della sicurezza può manifestarsi in modi diversi. Per alcune realtà, si rivela seguendo un percorso di continua innovazione per stare al passo coi tempi. Di cultura della sicurezza abbiamo parlato con Vincenzo Milani, Sales Manager Sezione Safety di Vibram, un’azienda che ha fatto dell’innovazione al servizio della sicurezza la sua mission.
Immagini gentilmente concesse da Vibram