In ambito industriale le smart factory rappresentano senza dubbio il futuro dei paradigmi produttivi. Capgemini Research Institute nel 2019 aveva stimato che entro il 2023 le smart factory avrebbero costituito a livello globale un valore di 1,5 miliardi di dollari. Questo traguardo sarebbe stato possibile grazie ai miglioramenti apportati sia a livello di qualità che di produttività. Tuttavia questa stima rappresenta soltanto un ambito fra moltissimi. I potenziali vantaggi di cui possono beneficiare i produttori che investono in soluzioni per le smart factory, ovvero nella meglio conosciuta industria 4.0, sono estremamente significativi. Ne parla in questo articolo, Guido Grillenmeier, Principal Technologist, Semperis.
Cosa si intende per “smart factory” e cosa le rende tali?
Questa è una risposta che può variare a seconda di colui che la fornisce e dall’ambito di conoscenza. L’opinione sulle smart factory proviene dalla personale esperienza in termini di sicurezza e protezione delle identità. Spesso le identità rappresentano la base del controllo dei sistemi digitali ed è proprio questo motivo che vengono resi vulnerabili.
Le smart factory possono essere descritte come ambienti estremamente digitalizzati e connessi, dove sono presenti macchinari e apparecchiature implementate con tecnologie all’avanguardia. La combinazione fra connessione digitalizzazione e tecnologia è volta a migliorare i processi produttivi attraverso l’automazione e l’auto-ottimizzazione.
I vantaggi e gli svantaggi della smart factory
Sebbene la connettività che abbiamo accennato garantisca certamente numerosi vantaggi, le problematiche legate a questa caratteristica non sono assolutamente da sottovalutare poiché creando perimetri più ampi, aumenta la vulnerabilità agli attacchi.
Va considerato che non esiste una modalità di attacco specifica per le smart factory piuttosto ciò che rende vulnerabili gli ambienti a vari tipi di minacce è la loro configurazione. Inoltre va considerato che chi attacca le fabbriche generalmente non ha come obiettivo la sottrazione dei dati, bensì il danneggiamento o il rallentamento della produzione e delle operazioni.
Come si monitorano i flussi di lavoro?
Questa è la tematica per cui è necessario comprendere profondamente le diverse implicazioni fra i vari servizi e componenti su cui si basano le smart factory. Un chiaro esempio è il trasferimento dei propri dati e identità utilizzati per autorizzare le singole azioni utilizzando la rete. Cosa succede nella catena produttiva e in quale modo ciascuna fase si interfaccia con i meccanismi di verifica? La domanda principale a cui si dovrebbe rispondere è proprio questa.
Le smart factory hanno la tendenza a produrre diversi prodotti attraverso le stesse linee di automazione. Ciò è tipico ad esempio nell’industria automotive, che spesso usa le stesse attrezzature per realizzare più modelli. Una flessibilità di questo tipo viene raggiunta attraverso l’implementazione di sistemi e sensori IoT capaci di trasmettere informazioni chiave. Tramite questi dati si definiscono le fasi successive, necessarie per la realizzazione di quello specifico modello.
L’importanza della protezione delle identità
Rispetto agli ambienti tradizionali, nelle smart factory la protezione delle identità assume un’importanza ancora più rilevante.
Riguardo a questo argomento, ho recentemente espresso la mia opinione in occasione di diverse conferenze, ad esempio in occasione della Hannover Messe. Durante gli incontri ho avuto modo di apprendere, da parte dei responsabili delle strutture IT, riguardo le numerose difficoltà nell’isolare l’ambiente produttivo da quello degli uffici