L’Italia – grazie a una filiera scientifica, tecnologica e industriale sviluppata a partire dagli Anni Settanta – è oggi la sesta potenza globale e uno dei leader europei nel settore spaziale.
Una posizione che non solo garantisce prestigio internazionale al nostro Paese, ma che gli assicura gli strumenti necessari per affrontare adeguatamente le crescenti sfide di sicurezza all’interno e all’esterno dei propri confini.
Questi, ed altri temi legati al ruolo dell’Italia in ambito spaziale, sono stati affrontanti nella conferenza “Il Futuro delle Capacità Satellitari ai fini della Sicurezza in Europa: Quale Ruolo per l’Italia?”, organizzata dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) il 26 gennaio 2016.
Il dibattito prenderà spunto dall’omonimo studio, recentemente pubblicato dall’Istituto e che sarà presentato durante l’evento. La conferenza, è stata aperta dal Generale Vincenzo Camporini, vice-presidente dello IAI ed ex capo di Stato Maggiore della Difesa, e da un intervento di Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), cui ha fatto seguito un panel tra i principali esponenti delle istituzioni, dell’industria e della comunità scientifica del settore spaziale italiano: Carmine Masiello, consigliere militare del presidente del Consiglio dei Ministri e coordinatore della Cabina di Regia Spazio; Alberto Rosso, capo di gabinetto del ministro della Difesa e membro del Consiglio di Amministrazione di ASI; Donato Amoroso e Luigi Pasquali, amministratori delegati – rispettivamente – di Thales Alenia Space Italia e Telespazi e Paolo Gaudenzi, direttore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica ed Aerospaziale dell’Università La Sapienza, che hanno analizzato il contributo dello spazio alla sicurezza nel caso italiano.
La conclusioni sono state affidate a Francesco Saverio Garofani, presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati.