Si era annunciato una settimana fa con i primi parossismi, i primi tremori, le prime esplosioni avvenute a una distanza di circa 30 ore l’una dall’altra. Pur dominando la piana di Catania, il Muncibeddu, il Montebello come lo chiamano i siciliani, aveva voluto attirare su di sé, ancora una volta, l’attenzione dei suoi conterranei. Poi, come sempre accade, sono arrivati i fenomeni stromboliani, e il lancio di materiali piroclastici. Le recenti eruzioni dell’Etna, icona della Sicilia, hanno creato un nuovo e suggestivo spettacolo della natura.
Come avviene un’eruzione vulcanica?
Per capire meglio la potenza della natura che si esprime attraverso un vulcano fino a diventare spettacolo analizziamo le diverse fasi di un’eruzione.
- L’eruzione è generalmente anticipata da un tremore, detto tremore armonico, che rivela i movimenti di magma nel sottosuolo e sprigiona energia sismica. Il tremore può accompagnare lo svolgersi dell’eruzione.
- La fase iniziale di un’eruzione è detta parossismo: è caratterizzata da violente esplosioni e lancio di materiale piroclastico. Per materiale piroclastico si intende spruzzi di lava che a contatto con l’aria si raffreddano e a seconda della loro dimensione sono classificati in bombe vulcaniche grandi anche un metro, lapilli grandi pochi centimetri, le ceneri simili a granelli di sabbia e polveri.
- Quindi si può avere la fase esplosiva che provoca l’ingrandimento del cratere o la formazione di nuovi crateri seguita dalla fase di deiezione caratterizzata dallo scorrimento di fiumi di lava lungo i fianchi del vulcano.
- Le eruzioni cosiddette stromboliane sono caratterizzate dall’emissione di lapilli che raggiungono distanze di poche centinaia di metri. Sono, quindi, eruzioni di debole entità.
Etna: in Sicilia lo spettacolo delle recenti eruzioni
L’attività di monitoraggio del vulcano Etna da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, intensificatasi a partire dallo scorso 16 febbraio, ha rilevato i primi parossismi che si sono succeduti con cadenza regolare, come le contrazioni prima di una parto. Da allora è stato un susseguirsi di fontane di lava alte anche 500 metri, colate laviche e colonne di fumo lunghe chilometri con lancio di materiale piroclastico fino a 80 chilometri di distanza. Il tutto all’ora del tramonto sul bianco manto nevoso o al chiaro di luna. Dei quattro crateri il più vivace è, ancora una volta, quello situato sul versante sud-est, la bocca della sella dalla quale la lava scende verso la valle del bue. Qui sono state attive 5 o 6 bocche delle 12 totali. La lava è arrivata fino a un’altezza di 2000 metri sui 3300 di altezza totale.
Etna, icona di un’isola
L’attività eruttiva dell’Etna è stata documentata fin dall’epoca greca ma solo negli anni Sessanta del Novecento è stata scoperta la morfologia del cratere formata di tante piccole bocche. La realtà è che le eruzioni che si sono succedute nella storia hanno continuamente modificato la conformazione del vulcano. Hanno contribuito a formare nuove bocche, hanno ridisegnato il profilo della montagna. Ciò che non cambia mai è lo spettacolo che ogni volta ci regala.
In copertina foto dell’INGVVulcani