E’ di nuovo allarme siccità nella zona del Po. Nonostante siamo in pieno inverno, i livelli idrici del fiume sono critici mentre imperversa lo smog in città come Torino. Quella della siccità è un’emergenza che sta interessando, in realtà, tutto il Paese a macchia di leopardo. In Europa le prospettive non sono migliori.
Siccità: livelli critici per il Po
Il bollettino idrologico mensile dell’Arpa Piemonte parla chiaro. Nel mese di gennaio sul bacino del Po, chiuso alla confluenza col Ticino, sono caduti 38 mm medi di precipitazioni. Il 25% in meno rispetto alla media del periodo. Entrando nel dettaglio, il deficit risulta più marcato nei bacini settentrionali, con un -57%, e minimo, con un -2%, nel settore meridionale. Le temperature di gennaio si sono mantenute su 1,7° al di sopra della media stagionale. Quanto alla neve, lo Snow Water Equivalent rileva un decremento del 35%. Le risorse idriche superficiali, accumulate con le nevi, sono il 25% in meno nonostante il grosso contributo fornito dal bacino della Dora Baltea, che ha registrato accumuli al di sopra della norma.
In conclusione, le precipitazioni di gennaio non sono state sufficienti per alzare i livelli delle falde e i corsi d’acqua si presentano con deficit idrici simili a quelli del mese precedente. Gli indici SPI e SPEI, che misurano i livelli di siccità, suggeriscono, sul medio e lungo periodo, una situazione di moderata siccità. Le zone più a rischio sono Langhe, Roero, Monferrato e il bacino del Tanaro.
La scarsità di piogge sta facendo sentire i suoi effetti anche a Torino. Nel mese di gennaio, il limite delle polveri sottili (pm10) è stato sforato ben 15 volte. I livelli raggiunti sono anche piuttosto seri: 126 μg/m³ con un limite stabilito a 50 μg/m³. E’ possibile che nel medio tempo sia necessario razionare l’erogazione di acqua in città.
Siccità come emergenza nazionale…
Emergenza siccità anche in altre regioni come Sicilia, Sardegna, Basilicata, Puglia. In Sicilia una task force è stata istituita per far fronte al problema, in Sardegna è stata imposta una limitazione all’uso dell’acqua in agricoltura. I fiumi, infatti, sono pieni solo al 50% e presentano un deficit del 23% rispetto alle quantità medie negli ultimi 14 anni. La differenza rispetto al 2023, invece, è pari a 440 milioni di metri cubi. In Puglia e Basilicata, invece, si registra un aumento della mancanza d’acqua del 44% e del 40% rispetto allo scorso anno.
Numeri considerevoli anche se, come sottolinea l’Anbi, l’Associazione dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione, il dato allarmante sta nella velocità con la quale i livelli dei fiumi si stanno abbassando e che porterà a breve a uno stato di grave sofferenza idrica generalizzata. Se finora, infatti, le regioni più sofferenti sono state quelle meridionali, ora il fenomeno sta interessando anche le regioni del Centro e del Nord.
L’unica zona del Paese che sembra fuori pericolo è il Nordest dove le nevicate su Alpi e Dolomiti sono ancora nella norma mentre le precipitazioni vanno oltre la media.
… ed Europea
Nel resto d’Europa la situazione non è tanto diversa. I dati dell’Osservatorio europeo sulla siccità ci dicono che il 16% dell’Europa vive la minaccia della siccità grave e che l’1,2% dei suoi territori è in stato di allarme.
Tra i Paesi più a rischio c’è l’Italia, di cui abbiamo tracciato un quadro abbastanza ampio, e la Spagna. Quest’ultima sta vivendo un momento molto difficile per il bacino di Sau, la riserva idrica a quasi 100 chilometri da Barcellona, ridotta ormai allo stremo. Nel giro di 10 anni, infatti, la riserva è passata da una capacità del 63% a una del 4,25%.