Se nei palazzi della politica locale e nazionale ci si spartisce allegramente le prebende pubbliche, con buona pace dei cittadini, c’è chi ormai è ridotto letteralmente alla fame e anche il micro-crimine non se la passa bene. Sappiamo dei furti di rame, ora arrivano i furti della ghisa e quindi addio a tombini e chiusini con grave pericolo per chi circola per le strade che si può ritrovare in un’inaspettata buca da un momento all’altro. Si dice che si è rivalutata l’economia del baratto ma forse è il caso di chiederci davvero dove stiamo andando
Non solo il rame, ma ora anche la ghisa entra ai primissimi posti nella speciale classifica dei metalli più rubati. È ormai noto a tutti, infatti, che la crisi economica è la causa principale dell’impennata dei furti di materie prime, sempre più costose e ricercate, su cui spiccano quella dei cavi per ottenere il nuovo oro rosso, il rame, e quella di tombini e tubi idraulici per ricavarne la preziosa ghisa. Il risultato di queste ruberie: da una parte reti telefoniche ed elettriche che non funzionano ed intere comunità isolate dalle comunicazioni anche per giorni, dall’altra l’aumento di seri rischi per automobilisti ed utenti della strada la cui incolumità è messa in serio pericolo per l’improvvisa assenza dei preziosi coperchi sul manto stradale.Non si tratta, quindi, solo di costi economici per le amministrazioni proprietarie o custodi delle strade costretti a spendere fior di quattrini pubblici per la messa in sicurezza delle vie di competenza, ma far sparire un chiusino o una grata metallica significa poi lasciare una voragine a rischio e pericolo di pedoni, centauri ed automobilisti. Il problema è però che non si tratta di pochi casi isolati ma quando i nuovi ladri si mettono “sul serio”, quasi tutti per estrema necessità , sono costretti a farne incetta dato il modesto controvalore di ogni singolo pezzo rubato. Stando, infatti, alle quotazioni attuali la ghisa si attesta più o meno a 500 euro alla tonnellata e quindi a circa 0,5 euro al chilo. Sul mercato nero dei rottamatori, è evidente che il prezzo dovrà essere certamente inferiore. Pertanto per un singolo tombino queste mano leste, come detto quasi tutte improvvisate, il guadagno è davvero irrisorio: circa 3 – 4 euro o giù di lì in media. È evidente, quindi, che per fare la “giornata”dovranno essere almeno una trentina i tombini rubati con intere strade che diventano delle pericolose groviere. Questo nuovo fenomeno non è solo causa d’ingenti costi per i proprietari delle strade e quindi per le casse delle amministrazioni pubbliche. Ma è soprattutto la sicurezza stradale ad esserne evidentemente lesa. Non resta, quindi che affidarsi a soluzioni pratiche perché a mali estremi, occorrono estremi rimedi. Il primo ed utile consiglio consiste nell’installazione di tombini incernierati al cemento per renderne ancora più arduo lo sradicamento, imbollunarli in modo da poter essere sollevati. È inoltre necessario, che tutti i fruitori delle strade segnalino immediatamente alle autorità di Polizia Stradale la mancanza dei tombini per evitare che altri possano incapparvi. C’è chi, invece, è arrivato a proporre l’istituzione di taglie come ricompense promesse a chiunque sia in grado di fornire informazioni dettagliate su questi episodi. Ma si tratta di una caccia alle streghe o un moderno far west cui pensiamo di poter fare a meno.
Fonte: Â “Sportello dei Diritti”