Darsi da fare in tempo per evitare di violare le regole comunitarie ed assestare i conti pubblici: questo il monito lanciato in questi giorni dalla Commissione europea ed Eurogruppo. Urge una correzione del budget 2015 pari allo 0,5% del Pil, mentre quella prevista dal Tesoro è pari allo 0,1 per cento.
Non è dunque in discesa la strada del Governo Renzi, che si ritrova a dover prendere decisioni importanti nel breve periodo. In particolare l’esecutivo dovrà scegliere quale cammino seguire per non mancare gli obiettivi: adottare nuove misure (non è da escludere una vendita massiccia del patrimonio pubblico), renderle più efficaci o accordarsi con la Commissione per implementare le misure esistenti rispettando i tempi congrui per la loro entrata in vigore.
Di certo il quadro politico del nostro Paese che si presenta in questo momento davanti agli occhi dell’Europa è poco stabile e ciò soprattutto in vista delle ormai imminenti elezioni presidenziali che designeranno il successore al Quirinale di Giorgio Napolitano.
E poi c’è la Germania. Per il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaüble siamo sulla strada buona ma occorrono risposte concrete. Standard&Poor con il suo downgrade ci avvicina al rating “spazzatura” e ciò deve indubbiamente farci reagire. Anche perché glia altri Paesi dell’area Euro non stanno restando immobili per superare l’esame Bruxelles.
Dire che vada tutto bene è una grande illusione : le prospettive non sono rosee e la stagnazione potrebbe fare più danni della recessione. È vero che dall’incontro tra il premier Renzi e la presidente dell’Fmi Christine Lagarde a Palazzo Chigi l’Italia ne è uscita bene e ha ricevuto i complimenti per la coraggiosa agenda di riforme strutturali e la serie di interventi su lavoro, giustizia, PA e sistema elettorale programmati. Il punto, però, ora, è passare ai fatti, aumentando produttività e potenziale di crescita. Solo così si può assicurare quella sinergia necessaria per raggiungere traguardi importanti. Una mission comune, quella che si chiede ai vari protagonisti della vita politica dell’Ue, in cui l’Italia deve giocare un ruolo importante.