Si può essere ancora pacifisti? Qualcuno sicuramente dirà: che domanda stupida e retorica. Invece no, non è niente di ciò ma un interrogativo sensato e con un fondamento più che logico ed attuale. Le mosse ce le ha suggerite una manifestazione di qualche giorno fa organizzata a Roma al teatro Ghione.
Presenti, fra gli altri, Cecilia Strada, il direttore di Avvenire Marco Tarquini, e esponenti dello spettacolo e della cultura come Fiorella Mannoia, Elio Germano, Moni Ovadia, Vauro Senesi e poi Carlo Freccero e Massimo Cacciari, Luciana Castellina; mentre a tirare le fila della serata Michele Santoro.
Titolo della serata abbastanza emblematico: la “Pace proibita” che è già tutto un programma di per se.
Pace proibita?
L’etichetta è arrivata subito e, senza grandi parafrasi, si è parlato un po’ su tutta la stampa, anche se in realtà molta parte ha proprio snobbato la notizia, di Putiniani in riferimento a chi ha dato la sua adesione e a chi ha partecipato alla kermesse.
È così? È proprio putiniano chi dice basta armi all’Ucraina e guardiamo bene cosa ci suggerisce la NATO?
In realtà, a dirla tutta, ci è sembrata una serata in cui si sono mescolate tante cose e diverse sia per estrazione che per provenienza, ma tant’è per l’opinione pubblica chi non si allinea alla posizione atlantista è putiniano. Addirittura c’è chi nei giorni seguenti ha pubblicato una sorta di lista di proscrizione dei presenti e di coloro che si sono schierati sulla lunghezza d’onda dell Pace Proibita.
Alla lista manca il Papa
Al di là di alcuni con poche idee, anche abbastanza confuse, ci è sembrato che si sia dato appuntamento lì una sorta di galassia eterogenea che, al netto dei soliti complottisti che oggi si vestono da anti-Ucraina e ieri si vestivano da no vax, no tax, comunque no a qualcosa, ha fatto proprie le istanze che per primo il pontefice Papa Francesco ha più volte enunciato.
C’erano sicuramente le istanze di chi, non da oggi ma magari dai lontani anni ’80, ha espresso il proprio no alla corsa al riarmo. Le idee di chi non manca di sottolineare quanto – dati alla mano – USA e NATO siano assoggettate alla lobby delle industrie delle armi.
Erano presenti le istanze di chi, Emergency su tutte ma anche tante altre ONG, non manca di sottolineare che se elargissimo aiuti umanitari nella misura e con la velocità delle forniture di armi, forse, oggi non avremmo nessun problema che possa identificarsi con una minaccia da Terza Guerra Mondiale.
E’ possibile ancora dissentire in Italia?
E’ possibile ancora dissentire in Italia? Magari questa si che è una domanda retorica. Certo che si può dissentire; tanto poi non ti ascolterà mai nessuno. Questa mania di etichettare, questa necessità di stabilire i buoni e i cattivi ad ogni piè sospinto, un esercizio che abbiamo molto affilato nel momento della pandemia e che oggi applichiamo pedissequamente come se tutto il mondo dovesse essere o bianco o nero.
È possibile allora che in Italia ci sia censura? Macché, magari fosse tutto così limpido e chiaro come in altri Paesi o in quella stessa Russia di cui tanto si ciancia. Lì il problema con chi dissente è palese e chiaro qui è più subdolo e sofisticato e spesso si usa l’imbonimento, la scrollatina di spalle, il dimenticatoio, la damnatio memoriae. Metodiche diverse, del tutto diverse.
Resta il fatto che oggi chi vuole argomentare contro la guerra deve fare molta attenzione: essere messi all’indice, additati di essere filo russi (che equivale oggi ad essere un delatore dell’epopea del ventennio), esposti al pubblico ludibrio e tacciati di tradimento (di cosa poi non è dato sapere) è un attimo.
Istanze
Le istanze pacifiste perché non possono convergere con quelle dell’accoglimento delle istanze ucraine? La Russia ha aggredito? Certo che si, ma questo impone solo una via alla risoluzione: quella delle armi? Oggi continuare ad inviare armi nel teatro di guerra aiuta a porre fine al conflitto o aiuta solo ad alimentarlo?
Da quando farsi delle domande e cercare delle risposte è un reato o un crimine o un peccato di cui bisogna giustificarsi? Non avere fiducia in Putin e non averne nelle capacità della NATO di salvaguardare qualcuno che non sia il maggiore azionista di quella che oggi non è altro che una SpA a tutti gli effetti è cosa per cui bisogna vergognarsi e fustigarsi?
Accoglimento, aiuto umanitario, via diplomatica sono quindi state messe al bando come parole e come concetti? Dobbiamo tutti indossare elmetto ed AK47, bardarci come novelli Rambo e gettarci nell’agone?
No grazie!