Dopo il successo di Lacci, Silvio Orlando torna al Teatro Bellini con un lavoro scritto e diretto dalla straordinaria Lucia Calamaro, vincitrice di 3 premi UBU.
In scena un padre, Silvio, 3 figli e 1 fratello (Roberto) che si riuniscono nell’isolata casa di campagna in occasione della messa in commemorazione dei dieci anni dalla morte della moglie.
Silvio ormai vive lì, si è trasferito 3 anni prima, e ha acquisito, nella solitudine, un buon numero di manie, la più grave di tutte: non vuole più camminare. Non si vuole alzare. Vuole stare e vivere seduto il più possibile. E da solo.
Si tratta, per i figli che finora non se ne erano preoccupati troppo, di decidere che fare, come smuoverlo da questa posizione intristente e radicale. Attraverso la storia di Silvio e dei suoi figli la Calamaro, con la sua consueta ironia – al tempo stesso acuta e delicatissima – pone l’accento su una specifica patologia della nostra epoca: la solitudine sociale.
«Ci piace pensare – scrive la regista – che gli spettatori, grazie a un potenziale smottamento dell’animo dovuto speriamo a questo spettacolo, magari la sera stessa all’uscita, o magari l’indomani, chiameranno di nuovo quel padre, quella madre, quel fratello, lontano parente o amico oramai isolatosi e lo andranno a trovare, per farlo uscire di casa. O per fargli solamente un po’ di compagnia».