Gli animali domestici potranno essere curati, su prescrizione veterinaria, anche con farmaci equivalenti a uso umano più economici ma di uguale efficacia. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ringrazia la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati per aver approvato l’emendamento alla legge di bilancio, proposto da Patrizia Prestipino, che consentirà la svolta.
Com’è noto, i medicinali veterinari hanno un alto costo e i proprietari di animali domestici sono costretti a pagare farmaci i cui equivalenti a uso umano sono meno costosi.
L’approvazione di questo emendamento prende atto delle esigenze delle famiglie e dei volontari che amano e accudiscono cani, gatti, conigli, furetti, troppo spesso a caro prezzo, e che talvolta non riescono a curare gli animali proprio per le spese esose dei farmaci veterinari.
«Il randagismo è combattuto ogni giorno da chi adotta un animale dai canili e dai gattili e dai gestori dei rifugi», osserva il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Nelle more di qualche amministrazione pubblica che non gestisce a dovere questa piaga sociale, appare davvero iniquo continuare a penalizzare chi adotta un animale o ne ha cura nelle strutture di ricovero o nelle colonie feline. Il legislatore colma una lacuna e, in attesa di un generale abbassamento dei prezzi della sanità animale, consentirà ai veterinari, dopo l’approvazione della legge di bilancio, di prescrivere farmaci equivalenti a uso umano, molto meno onerosi».
Il testo dell’emendamento prevede un decreto del ministro della Salute, sentita l’Agenzia del farmaco (Aifa), da emanarsi entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, per definire i casi in cui il veterinario può prescrivere per la cura degli animali domestici un medicinale per uso umano, fermo restando il principio dell’uso prioritario di medicinali veterinari per il trattamento delle affezioni delle specie animali. La norma è applicabile nel rispetto delle disposizioni dell’ordinamento comunitario in materia di medicinali veterinari, tenuto conto della natura delle affezioni e del costo delle relative cure, a condizione che il medesimo medicinale abbia lo stesso principio attivo rispetto al medicinale veterinario previsto per il trattamento dell’affezione.
Tale decreto deve disciplinare anche le modalità con cui l’Aifa può sospendere l’utilizzo dei medicinali a uso umano per il trattamento delle affezioni animali, nel caso occorra prevenire possibili carenze del medicinale per uso umano. Il costo dei medicinali così prescritti resta in ogni caso a carico dell’acquirente a prescindere dal loro regime di classificazione. L’emendamento stabilisce infine che dall’attuazione delle nuove disposizioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.