La sharing economy, con la condivisione di spazi di lavoro, trasporti e perfino il divano di casa, piace a più di 4 italiani su 10 (43%) che hanno sperimentato una di queste azioni nell’ultimo anno. E’ quanto emerge dalla indagine “La svolta green degli italiani nel 2019” presentata al Forum internazionale dell’agricoltura a Cernobbio dove è stato aperto il primo “Salone dell’Economia Circolare” dove è stato aperto il primo “Salone dell’Economia Circolare” con le dimostrazioni pratiche delle esperienze più innovative delle imprese legate al Green New Deal della manovra economica del Governo con gli interventi salva clima.
Il 19% ha sperimentato il coworking mettendo in comune spazi di lavoro con altre persone che svolgono mestieri diversi, mentre per dormire c’è un gruppetto di avventurosi (5%) che ha ospitato sconosciuti sul divano di casa oppure ha dormito gratis su quelli altrui. E se i trasporti sono fra i principali “imputati” per i livelli di inquinamento, il 19% degli italiani nell’ultimo anno ha deciso di utilizzare i veicoli a noleggio con il car sharing per i piccoli spostamenti in città o anche di condividere l’auto con altre persone per lunghi tragitti per dividere i costi di viaggio.
Sharing economy e difesa dell’ambiente
La difesa dell’ambiente non riguarda però solo la condivisione dei viaggi delle persone, ma anche quella delle merci e degli alimenti considerato che ogni pasto percorre in media 1900 chilometri prima di giungere sulle tavole dei consumatori.
E l’avanzata della sharing economy si affianca a una sempre maggiore sensibilità contro gli sprechi, a partire da quella a tavola, ridotti o azzerati da più di 1 italiano su 2 (54%). Comportamenti virtuosi che vedono coinvolte soprattutto le persone dai 35 anni in su, mentre sotto questa soglia di età la propensione anti spreco scende, ma sempre su livelli elevati, al 41%. Le principali soluzioni adottate per non buttare il cibo vanno da una spesa più oculata comprando solo per quello che serve davvero (74%) al riutilizzo degli avanzi per i pasti successivi (38%) grazie a una serie di ricette anti spreco che nascono dalla tradizione alimentare italiana.
La rielaborazione gastronomica dei cibo avanzato – sottolinea Coldiretti – è una soluzione che piace di più alla fascia d’età fra i 18 e i 34 anni con una incidenza del 45% e i giovani vincono sugli adulti over 35 anche sull’attenzione alla data di scadenza dei prodotti (34%) e sulla riduzione delle quantità acquistate (30%), comportamenti che finiscono per coinvolgere quasi 1 italiano su 2. Ma la riduzione degli sprechi e l’attenzione alla sostenibilità – conclude la Coldiretti – esce anche dai confini della tavola e riguarda anche l’abbigliamento con 1 italiano su 5 (19%) che nell’ultimo anno ha acquistato o venduto abiti e accessori usati.