L’influenza della finanza sul funzionamento dell’economia globale e più in generale sulle nostre società è causa dei forti squilibri che hanno portato all’attuale crisi economica. Anche se oggi esiste un sempre maggior consenso fra gli economisti su questa diagnosi, risulta ancora difficile intravedere quali debbano essere i passi concreti per rimettere la finanza al servizio della società.
Nel suo intervento di oggi Christoph Scherrer ha avanzato alcune proposte in questo senso, ma ha anche avvertito che non esistono “bacchette magiche” o soluzioni valide ovunque. In ogni paese devono essere trovate risposte che si adattino alle specifiche strutture economiche e finanziarie.
Nell’introdurre il suo ospite, Michael Braun, giornalista della “Die Tageszeitung”, ha invitato la platea ad un esercizio di memoria. Nell’ormai lontano 2008, quando crollarono le prime banche negli Stati Uniti e scoppiò la crisi dei derivati finanziari, tutti concordarono nell’individuare nella finanza speculativa e nella deregolazione dei mercati l’origine della débâcle. In quel momento, sembrò esserci un ampio consenso sulla necessità di regolare le transazioni finanziarie, di tassare le attività speculative e tornare alle politiche keynesiane.
Ad essere in discussione in quel momento non erano soltanto le riforme neo-liberali degli ultimi decenni, ma lo stesso sistema capitalistico. Sette anni dopo, queste idee sembrano oggi essersi smarrite nel nulla. I passi per contrastare il peso della finanza sono stati timidi e ambivalenti, hanno trionfato invece le politiche di austerità che hanno trasferito i costi della crisi sulle spalle dei cittadini, aumentando in questo modo le disuguaglianze. Chistoph Scherrer ha iniziato il suo intervento proprio da questo paradosso.
Perché, se gli effetti nefasti della finanza sregolata sono chiari a tutti e se la scienza economica ha suggerito numerose ricette per contrastarla, questa battaglia è stata fino ad oggi sostanzialmente persa? A suo parere, la risposta è duplice. Da una parte, il dibattito sul controllo della finanza speculativa ha avuto la tendenza ad essere troppo semplicistico. Le modalità con cui la finanza ha penetrato le strutture dell’economia globale sono assai complesse e richiedono, per essere contrastate, di strategie altrettanto sofisticate. L’idea di una tassa globale sulla ricchezza può sicuramente aiutare ma non è certo la panacea per tutti i mali. Dall’altra, questa penetrazione è avvenuta in modo diverso a seconda del contesto.
Le forme di azione della finanza si adattano alle caratteristiche e peculiarità di ogni luogo, alle strutture istituzionali e culturali. Per questa ragione, il contrasto efficace dei processi di financialization (la crescente influenza della finanza in diversi settori della vita sociale) può avere successo solo se avviene in modo differenziato e sulla base di analisi dettagliate dei contesti.
Le strategie concrete proposte da Scherrer si muovono su due fronti. Il primo, riguarda il prosciugamento delle fonti dalle quali la finanza attinge risorse. Su questo fronte, in ogni contesto nazionale, devono essere valutati i modi per contrastare fenomeni quali: il shadow banking (banche senza garanzie che posso usare i propri fondi per speculare), la diffusione dell’uso di strumenti finanziari nella vita di tutti i giorni, l’indebitamento individuale per sopperire a bisogni fondamentali (educazione, salute, pensione).
A questo proposito il ruolo dello Stato nelle politiche sociali diventa cruciale. Il secondo fronte riguarda l’immunizzazione della politica dal potere della finanza. A questo scopo, Scherer individua tre linee di azione indispensabili: la “riconquista del grande pubblico”, attraverso l’offerta da parte della politica di risposte pubbliche a bisogni quali la casa di proprietà, i capitali per iniziare un’attività, etc; il contrasto della capacità delle lobby e delle grandi ricchezze di influenzare le decisioni politiche; la critica alle distorsioni create dalla globalizzazione economica.
Seppur la sfida che la finanza globale pone sia certamente complessa, in considerazione del suo potere e della sua pervasività, gli ambiti sui quali agire sono oggi indicati con maggiore chiarezza.