La sessualità maschile e femminile sembrano ancora oggi due universi lontani. Le immagini dell’uomo che continua a cercare il metro per misurare la sua mascolinità e della donna che partecipa scarsamente al piacere non ci vogliono proprio lasciare. Lo spunto per questa riflessione ci viene dato da due notizie apparse nei giorni scorsi. La prima è che il pene dell’uomo contemporaneo è più lungo di quello dell’uomo di trent’anni fa. La seconda fa riferimento a una campagna sui sex toys sfornata a ridosso della festa della mamma. Campagna che, neanche a dirlo, ha suscitato talmente tante polemiche da essere censurata.
Il metro di misura dell’uomo
Il pene dell’uomo si è allungato di ben 3 centimetri. Una buona notizia per gli uomini che possono così abbandonarsi sempre di più a goliardate da spogliatoio. Una buona notizia anche per le donne che così possono abbandonarsi a… ah no, non possono, o almeno non tutte. Di questo parleremo dopo. L’affermazione sulle misure maschili che può sembrare una rivalsa su Rocco Siffredi, in realtà ha un suo fondamento scientifico. Un gruppo di ricercatori guidato da Michael Eisenberg, professore di urologia presso la Stanford Medicine, ha confrontato i dati di 75 studi condotti sulla materia dal 1942 al 2021. Il campione totale ha interessato 55.761 uomini di età dai 17 anni in su.
Dal confronto tra i dati si evince che il pene in posizione di riposo ha sempre la stessa lunghezza, mentre in fase di erezione oggi raggiunge mediamente una lunghezza di ben 15 centimetri contro i 12 di circa 30 anni fa.
Evoluzione o involuzione?
A cosa è dovuto l’allungamento del pene? Il buon vecchio Darwin con le sue leggi sull’evoluzione associava i cambiamenti fisici delle specie animali agli usi e alle abitudini delle specie stesse. Il sito Incontri-extraconiugali.com, da buon Cicero pro domo sua, ha prontamente associato le nuove misure al duro lavoro che l’arnese conduce con partner differenti dalla propria. Lo ha fatto sulla base di una piccola indagine tra i propri iscritti. Dal sondaggio (i cui dati non sono stati rilevati ma dichiarati dagli interessati) emerge una dimensione media del pene di 17,5 cm. Lo studio fornisce anche una classifica delle regioni con il pene più lungo. Dunque l’attitudine dell’uomo a utilizzare il proprio pene in un rapporto extra-coniugale avrebbe causato il suo allungamento. Il mondo scientifico ci dice che non è proprio così. La Società Italiana di Andrologia (SIA) spiega queste nuove misure con una probabile esposizione a fattori ambientali quali l’inquinamento. Bisogna dire, a onor del vero, che a latere del suo sondaggio il sito web di incontri ha tenuto a ricordare che in fondo le dimensioni del pene non sono sempre importanti per una vita sessuale appagante.
Sessualità maschile e femminile: due mondi distanti
Cosa conta allora per avere una vita sessuale che sia davvero appagante? Prima di tutto una buona educazione sessuale che non sia mera biologia ma esplorazione delle emozioni, dei sentimenti. In secondo luogo accogliere l’idea che se l’amore si fa in due, in due si prova anche piacere. Il piacere femminile è ancora un tabù come dimostra l’ultima campagna di Control, famosa azienda produttrice di profilattici e sex toys, lanciata in occasione della Festa della mamma. La ricerca condotta a margine della campagna ha, infatti, rivelato che su un campione di 486 donne, il 32% si sente imbarazzata di fronte al proprio desiderio sessuale. La percentuale è destinata a crescere ulteriormente, arrivando al 52%, quando si parla di donne che sono anche mamme. Dati analoghi li ritroviamo anche se a parlare di piacere femminile sono gli uomini. Il 29% degli uomini parla con difficoltà del piacere delle donne mentre il 56% prova imbarazzo a parlare del piacere di una donna che è anche mamma. Il tentativo di sdoganare il piacere femminile a tutte le età ha miseramente fallito (ci auguriamo di no) nel momento in cui i cartelloni pubblicitari sono stati rimossi.
Si sente spesso dire che le donne devono scegliere tra l’essere madri e l’essere lavoratrici. Ora vogliamo fare loro scegliere anche tra l’essere madri e il continuare a essere donne?