L’arrivo della pioggia e della neve è atteso in un inverno caldo e siccitoso in cui fino ad ora in Italia sono caduti in media 51,1 millimetri di pioggia a gennaio dopo che il dicembre 2015 si è classificato come il meno piovoso dal 1800 in cui sono iniziate le rilevazioni con il 91% di precipitazioni in meno.
E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’ondata di maltempo importante per rigenerare la riserva idrica nei terreno necessaria per la crescita delle piante ma anche per la vita delle persone. C’è una drammatica siccità invernale con le montagne prive di neve dove si sviluppano addirittura gli incendi e la natura è sconvolta con piante da frutta già fiorite anzitempo e manca l’acqua per le coltivazioni con grano, orzo, colza e farro in sofferenza mentre si teme per le prossime semine di barbabietole, mais e soia fondamentali per l’alimentazione del bestiame.
La situazione è preoccupante nei grandi laghi che si trovano prossimi ai minimi storici del periodo con il lago Maggiore che è sceso al 15% della sua capacità mentre il lago di Como è al 12,9% e quello di Garda al 33,6%.
Sul grande fiume Po sembra essere in estate con livelli idrometrici che sono inferiori di circa 2 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo le rilevazioni effettuate dalla Coldiretti a Pontelagoscuro. La caduta della neve sulle montagne è importante perchè rappresenta una scorta per garantire gli afflussi idrici determinanti per i raccolti agricoli mentre per non creare problemi le precipitazioni non devono essere però violente per poter essere meglio assorbite dal terreno mentre la colonnina di mercurio deve scendere lentamente senza restare a lungo sotto lo zero.
Preoccupa infatti il repentino abbassamento della temperatura per le piante da frutto, dai mandorli agli albicocchi fino ad alcune varietà di pesche, che si sono “risvegliate” in forte anticipo rispetto all’arrivo della primavera e, in molti casi, sono fiorite e risultano ora particolarmente vulnerabili all’annunciato arrivo del freddo e del gelo. Siamo di fronte a cambiamenti climatici che si stanno manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità che è stata particolarmente violenta nel 2003, 2007 e 2012.