Viene da chiedersi ma l’arbitro Serra ha commesso un “errore” o un delitto di “lesa maestà” in Milan-Spezia? Credeteci, non è una provocazione la nostra ma solo una constatazione. Che gli arbitri di calcio siano la categoria più discussa, magari se la giocano con i politici ed i giornalisti, in Italia e ogni loro atto è sotto la lente d’ingrandimento costantemente, ma tutto ha un limite.
A dire il vero, lo sappiamo interesserà a pochi ma lo diciamo lo stesso, in questa settimana sfatiamo due nostri tabù: mai avremmo pensato di scrivere e pubblicare un pezzo contro il biasimo per Silvio Berlusconi candidato al Quirinale. Ora, addirittura raddoppiamo con un pezzo che vuole essere di difesa dell’arbitro Serra; si proprio così di difesa a spada tratta!
Caro Serra: ma cosa hai fatto?
La domanda non è retorica. Il lapidato arbitro di Milan Spezia ha fischiato un fallo a favore del Milan ma poi la palla è finita ad un compagno del giocatore che aveva subito il fallo che ha segnato! Apriti cielo. Non l’avesse mai fatto: capannelli di calciatori, uno gli prende la testa fra le mani e lo stesso poveretto che si fa piccolo piccolo e chiede scusa.
Ma cosa ha fatto? Semplicemente non ha applicato la regola del vantaggio che poteva applicare ma che non è tenuto tassativamente a fare. Sia chiaro le reazioni a caldo in campo dei calciatori ci stanno in quella situazione, anche se un po’ sopra le righe.
Parliamoci chiaro: ve lo risparmiamo l’elenco infinito di arbitri ed “errori” o “orrori” combinati negli anni nel campionato di serie A sarebbe troppo lungo ed articolato anche se i beneficiari di quegli errori, guarda caso, sono sempre una o due o tre società ma non ci lasciamo andare alle illazioni, non sarebbe giusto no?
A chiosa di tutto ciò va detto e sottolineato che gli unici che ne escono a testa alta sono quelli della società di calcio del Milan che non ha profferito una sola rimostranza, comportandosi con una signorilità ed una sportività davvero unica.
Serra e l’errore in Milan Spezia: i giornalisti
Abbiamo già accennato al fatto che una delle categorie meno “stimate” qui da noi è quella di cui facciamo parte: i giornalisti.
Sempre accusati di ogni nefandezza: dall’essere asserviti al potente di turno fino alla mancanza di misura e buon gusto con derive deontologiche sempre puntualmente rilevate.
Beh, se dovessimo prendere per buone queste accuse allora nell’ambito calcistico dovremmo renderle amplificate all’inverosimile perché li si contano, normali, tifosi-giornalisti ed altri che punti di connessione con il potere del calcio lo hanno a vari livelli.
La caciara più grossa a farla sono sempre questi colleghi che non si sa perché (?!) devono innescare il tam tam dei social e accendono il cerino della polemica gratuita ad ogni costo, magari per essere letti o cliccati o prendere un like in più.
Non è il caso di Maurizio Pistocchi (non a caso abbiamo inserito la foto a lato) che, invece, si distingue per obiettività e si staglia da una pletora di giornalisti che vivono non già per il calcio come sarebbe anche comprensibile ma grazie al calcio che è tutt’altra cosa.
Cosa sarà ora?
Nulla, ci auguriamo che non sarà fatto proprio nulla perché qualsiasi cosa suonerebbe solo come “pezo el tacón del buso”, peggiore la toppa del buco creato nella forma italianizzata. La ripetizione della partita, l’invalidazione del risultato, il fatto che si sia falsato il campionato sta solo nelle menti bacate di chi lo ha sostenuto a gran voce da domenica ad oggi.
Quelle che proprio non ci stanno sono le scuse dell AIA (associazione italiana arbitri) nel dopo partita e la punizione della retrocessione in B dell’arbitro “reo”. Scuse davvero surreali che sanno tanto d’inchino e riverenza e davvero fanno apparire l’associazione in una luce che tutto restituisce tranne l’imparzialità super partes della stessa
Altrimenti, poi, quella lista ci tocca farla davvero e, magari, chiedere che si ripetano almeno i campionati degli ultimi venti anni.