Si svolgerà il 14 marzo alle 19.00 presso il Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma la serata (in italiano e in russo) in memoria del giornalista russo Aleksej Bukalov spentosi a Roma il 27 dicembre 2018 all’età di 78 anni. Corrispondente nella capitale per la Tass (agenzia di stampa russa), Bukalov lo si ricorda per essere stato il “giornalista del vaticano”; egli infatti, è stato l’unico giornalista russo ammesso al seguito papale. Ha fatto parte del gruppo dei vaticanisti che accompagnano i Pontefici durante i loro viaggi all’estero, documentando storie e vicende che ha poi riportato ai media russi. Grazie al suo incessante contributo, ad Aleksej Bukalov è stato ascritto il merito di aver aperto le porte del mondo del vaticano ai media russi, fino a quel momento quasi sconosciuto.
Inoltre, Bukalov ebbe il privilegio di conoscere personalmente gli ultimi tre Pontefici, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco con i quali condivise molti momenti intimi e personali che poi riportò nel suo libro “Con i pontefici intorno al mondo” nel quale Bukalov racconta la sua esperienza al fianco di questi tre grandi papi.
Il giornalista russo era quindi un esperto di questioni vaticane, ma non solo. Eccellente cronista e reporter, scrittore, politologo, diplomatico, Aleksej Bukalov amava moltissimo la letteratura russa e in particolare la poesia e della genealogia della famiglia di Puskin. Ha ricevuto molti riconoscimenti letterari tra cui il premio internazionale Gogol’ in Italia (2012), il premio Ponte d’oro (2013) e la medaglia Puškin che viene assegnata agli autori che hanno dimostrato forti legami nelle loro opere tra la cultura russa e la cultura italiana. Nel 2015 si aggiudica il premio Brodskij a Ischia (2015), un premio che celebra il rafforzamento continuo dei legami non solo commerciali ma anche di amicizia tra l’Italia e la Russia. Aleksej Bukalov infine, fu anche un prolifico scrittore e tra i suoi libri si ricordano l’Africa puskiniana (2006), l’Italia di Puskin (2007), Sponda lontana (2014), Io vi ho amata (2010), Quaderno somalo (UNESCO 1975).
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