“Io resto a casa”: ricordate lo “slogan”, diventato poi anche hashtag, inventato dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante le prime fasi della pandemia? L’invito di quel momento a restare nelle proprie abitazioni per contrastare la diffusione del Covid 19 divenne dopo pochi giorni provvedimento straordinario: lockdown. Abbiamo ballato sui balconi, ci siamo dedicati alla cucina, ci siamo anche lamentati perché ci ritenevamo in gabbia. Una “gabbia” che alcuni non hanno potuto sperimentare. Parliamo dei senzatetto che in quegli stessi drammatici momenti si sono visti tagliare tutti i servizi come una cucina che potesse dare loro dei pasti o un ricovero per la notte.
Materiale fotografico fornito da: Fondazione Progetto Arca
La cucina mobile che prepara pasti caldi per i senzatetto
In quei momenti drammatici, la Fondazione Progetto Arca, che da 27 anni aiuta le persone svantaggiate a reinserirsi nel tessuto sociale, ha deciso di continuare la sua opera a favore di chi non ha una dimora pur se in maniera diversa. Ha trasformato le sue unità di strada in vere e proprie cucine mobili: food track in grado di servire pasti caldi nelle strade senza creare assembramenti. Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione, ci ha parlato di questa iniziativa, che da Milano si sta espandendo anche in altre grandi città da Nord a Sud. Ci ha raccontato cosa sta accadendo, e cosa accadrà ancora, per le strade delle nostre città per effetto di questa pandemia.