« Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare,
ma non raccontare a me che cos’è la libertà » !
Il 25 Aprile è un giorno per dire no a qualsiasi tentativo di “normalizzare” anche la memoria di un popolo e puntuale, anche quest’anno, l’anniversario del 25 aprile è segnato dalle polemiche politiche. Si è cominciato già nei giorni scorsi con le dichiarazioni di Ignazio La Russa, ministro della Difesa, che separa i partigiani in “buoni e cattivi” rispetto all’appartenenza politica di allora, naturalmente quelli buoni non erano i comunisti.. Non poteva mancare il fedelissimo capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «è bene ricordare il 25 aprile» ma «il 25 aprile di coloro che si batterono per l’avvento di uno Stato democratico. Non per la sostituzione di una dittatura all’altra» mentre in Italia «ancora non c’è una storia realmente condivisa, a meno di non dare per buona» «l’interpretazione egemonica della sinistra». Dulcis in fundo sono arrivate le dichiarazioni di Berlusconi Berlusconi: «Non partecipo a feste in cui la realtà storica viene stravolta e utilizzata da una parte contro l’altra. Non sono mai andato alle manifestazioni pubbliche del 25 Aprile perché tutte manifestazioni di parte dove non veniva considerata la festa della Liberazione ma la festa di una parte contro l’altra». A nulla è valso l’ invito di Dario Franceschini, rivolto al premier Berlusconi, affinché partecipasse alle manifestazioni ufficiali milanesi; Paolo Bonaiuti, sottosegretario e portavoce del premier ha sconsigliato al premier di intervenire: per la presenza di qualche estremista pericoloso» ! Meno male che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato a far sentire la sua voce sui temi del 25 aprile e della Costituzione; Napolitano ha ribadito che la Resistenza vive nella Costituzione mettendo fine alle polemiche con la sua autorevole voce. Ha poi anche aggiunto: «Piaccia o no, i Partigiani furono determinanti per la libertà dell’Italia». I messaggi di Napolitano sono stati espliciti affermando che nella Costituzione «possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni ’43-’45, quanti ne hanno una diversa memoria ed esperienza personale o per giudizi acquisiti».
Lasciateci un paio di considerazioni. E chiaro che l’ idea di una memoria condivisa, cara a tutti almeno a parole, non è attuabile. Tutte le polemiche citate sembrano, invero, alquanto “pretestuose e isteriche”. Chiudiamo con un versetto da una canzone di Francesco Guccini che ci sembra appropriato verso gli atteggiamenti del premier e della maggioranza che lo appoggia: « Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me che cos’è la libertà » !