Oltre quaranta immagini condurranno il visitatore lungo un percorso dedicato al concetto stesso di bellezza, attraverso lo sguardo intrigante di AgneÌ€s Spaak. Si tratta di ritratti femminili filtrati attraverso il ricordo, cui si sovrappongono stati d’animo e sensazioni intimamente vissute dall’autrice, fermati e salvati dall’oblio.
Attimi preziosi che si sommano alla ricercata bellezza femminile, per dar vita ad una proposta che trascende la realtaÌ€, scivolano in una dimensione metafisica. Ogni immagine eÌ€ come un fiore che si schiude alla sensibilitaÌ€ dell’osservatore, catturandolo e coinvolgendolo sul piano delle emozioni.
Il “Sense of beauty”, secondo Darwin, è alla base dell’evoluzione della specie e competerebbe al sesso femminile che scegliendo di accoppiarsi con gli individui più forti e attraenti, esalterebbero il potere evolutivo della bellezza. Tuttavia, il “senso del bello” di AgneÌ€s Spaak non eÌ€ da leggere in un’ottica evoluzionistica, bensì intimistica, dove le sue opere ripropongono interrogativi che riguardano l’esistenza del concetto universale di “bellezza”.
Una bella foto eÌ€ necessariamente una buona foto? “Chi volesse cercare risposte o certezze da parte di AgneÌ€s rimarrebbe deluso”, precisa Carlo Micheli, curatore della mostra. “Non un titolo per suggerire, neppure una continuitaÌ€ espressiva, ma solo lampi nel buio, sigilli apposti a garanzia delle immagini. Il vero significato ognuno dovraÌ€ cercarlo da sé, facendo buon uso dei propri ricettori e della propria sensibilitaÌ€”.