E’ giusto concedere il vitalizio a un ex deputato condannato? I vitalizi sono gli ultimi privilegi garantiti alla casta? Sono queste le domande che animano il dibattito politico e non solo dopo il Senato ha confermato l’erogazione del vitalizio a Roberto Formigoni. L’ex presidente della Regione Lombardia aveva fatto ricorso attraverso i suoi avvocati. Ricorso che la commissione Contenziosa del Senato ha accolto. Lo stesso provvedimento ha riguardato anche un altro ex deputato e presidente di Regione: Ottaviano Del Turco.
Diritto o privilegio?
Come funzionano i vitalizi? Iniziamo col dire che il vitalizio per i politici è un diritto a corollario dell’articolo 69 dalla nostra Costituzione “godibile, al termine del mandato parlamentare, in base al conseguimento di alcuni requisiti di anzianità e di permanenza nelle funzioni elettive”.
Contestualizzando, dall’emanazione della carta costituzionale in poi, è stata buona prassi che i cittadini eletti al Parlamento lasciassero il lavoro o la professione per dedicarsi esclusivamente all’attività politica. Il compenso da parlamentare fu, inizialmente pensato per sostituire lo stipendio e il successivo vitalizio integrava la pensione. In realtà, nel tempo, sono avvenute innumerevoli mutazioni.
Inizialmente, per ottenere il vitalizio occorreva anche un solo giorno in Parlamento integrando però con un versamento i contributi mancanti al completamento del mandato. Con le varie riforme il periodo minimo per accedere al vitalizio è stato aumentato a 4 anni, sei mesi e 1 giorno e poi a 5 anni effettivi, mentre l’età minima per accedervi è stata stabilita a 60 anni e poi a 65.
Terreno di scontro
In un momento come quello odierno in cui i parlamentari non guadagnano esclusivamente dall’attività politica, il vitalizio ha perso parte del suo significato. Il Movimento 5 Stelle, in più, ha inquadrato i vitalizi in quelle prassi da vecchia politica, da casta che cerca di conservare i propri privilegi. In questa cornice ha ingaggiato una battaglia per abolirli e quando il Senato si è espresso a favore del vitalizio a Formigoni ha rilanciato i suoi vecchi slogan. La questione è che il vitalizio, in quanto pensione, non è alienabile in caso di condanna penale. La stessa pensione di un cittadino comune viene corrisposta anche questi è condannato e si trova in prigione. Il provvedimento del Senato, dunque, da un punto di vista giuridico, è inattaccabile.
Il vitalizio confermato a Formigoni dal Senato
Roberto Formigoni, attualmente, è agli arresti domiciliari dopo essere stato condannato in Cassazione a 5 anni e 10 mesi di reclusione. La sua condanna è legata allo scandalo che coinvolse nel 2012 la Fondazione Maugeri. In seguito alla condanna, Formigoni ha subito anche la confisca di tutti i suoi beni e, non molto tempo fa, i suoi legali avevano dichiarato che si trovava in una condizione al limite della povertà. Di qui la richiesta di ripristino del vitalizio.
In copertina foto di Goldmund100