Il mito di Persefone incontra il Buddhismo in “semi-in-azione“. Nel terzo capitolo della tetralogia, iniziata lo scorso dicembre e che verrà conclusa a settembre per essere poi riproposta in versione integrale, Persefone, dopo aver mangiato il melograno ed essere diventata la regina dell’Ade per sei mesi, torna sulla terra sotto forma di Kore.
Agnese Viviana Perrella (coreografia e ballo) e Gino Sansone (regia e musica) spiegano che la loro azione creativa “ci riconnette al ritmo delle stagioni in cui le energie della Natura muoiono e rinascono circolarmente in abbondanza di forme”.
“Per questo motivo lo spettacolo si propone in quattro date diverse nel corso dell’anno, una per stagione, aggiungendo ad ogni rappresentazione un continuum. L’azione scenica come un rito si svolge all’interno di un cerchio dipinto, detto Enso, il Grande Vuoto, che genera le diecimila cose, semi di ogni vita“. L’azione nelle quattro stagioni evoca anche i quattro elementi vitali: la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria contenuti nel grande spazio.
Nel terzo appuntamento di Semi-in-azione, che ci porta all’estate, Kore, ormai divenuta donna-uccello, fugge dagli inferi e mette in scena la “gioia solare” grazie a cui le spighe di grano maturano nei campi come forme dei raggi solari nel grande cerchio della vita. Nella sua danza Agnese Viviana Perrella interpreta sia Kore, con le piume di pavone (uccello dell’immortalità e della bellezza), che Demetra, la madre solare che dona il pane della vita.
“Danzando coi covoni di grano, tra le piume variopinte della figlia Kore, Demetra alza con la sua destra mano una spiga verso il cielo, svelando nel silenzio del gesto (mudra) il segreto della vita a coloro che sanno vedere – raccontano ancora regista e coreografa – come farà poi il Buddha, sul Picco dell’Avvoltoio, alzando verso il cielo un fiore: a tal gesto solo il semplice Bhikkhu Kasyapa sorrise nel mezzo dell’attonita assemblea di monaci, giunti sin lassù per ascoltare il sermone del Beato”.
Ma le sirene (anticamente donne-uccello) sono anche simboli, spiriti guida, nel culto antico nato tra la costiera Amalfitana e la penisola Sorrentina e che arrivò fino a Napoli, fondata sul corpo della sirena Parhenope. Per questo motivo, concludono Sansone e Perrella, “Semi-in-azione: se il seme non muore non può dar frutto vuole essere anche un contributo al risveglio dell’anima della nostra città”.
Il prossimo appuntamento con “Semi-in azione” è per il prossimo 23 settembre, Galleria Toledo, mentre il 3 luglio verrà rappresentato un estratto dei primi tre atti al Museo Archeologico di Napoli (ingresso libero)