La missione JUICE (Jupiter Icy Moons Explorer) dell’ESA ha superato con successo la review dei requisiti del segmento di terra, ovvero l’insieme di infrastrutture e applicazioni che consentono la gestione e l’utilizzo della missione dalle stazioni di terra, tagliando così un traguardo importante.
“Con questa review di successo, abbiamo confermato che finora tutte le attività stanno procedendo come previsto“, afferma Olivier Witasse, scienziato ESA.
Questo è uno step fondamentale per la buona riuscita di una missione. Durante una missione spaziale infatti, la maggior parte del lavoro è condotto da ingegneri e scienziati sulla Terra che pianificano le attività, monitorano, comandano e comunicano con i veicoli spaziali.
Il comitato di revisione ha verificato che le operazioni sia del veicolo spaziale che del carico utile fossero pienamente soddisfacenti. Un’attenzione particolare è stata dedicata agli strumenti che fanno parte del carico utile di Juice e a tutte le fasi della missione, dalle misurazioni della calibrazione durante il lungo viaggio fino alle impegnative operazioni nel sistema di Giove.
Come parte della revisione, sono stati trattati anche il concetto e il design della missione e tutti i dettagli relativi all’organizzazione del lavoro, dall’approvvigionamento alla programmazione e alla gestione generale, verificando inoltre che siano state identificate potenziali aree critiche e definite le opportune misure di riduzione dei rischi. Un’ulteriore revisione della progettazione del segmento di terra è prevista per la fine del 2018 insieme a nuovi test e simulazioni di lancio.
Il lancio della missione è in programma nel 2022. La sonda raggiungerà Giove dopo un viaggio di sette anni. Passerà tre anni e mezzo a esaminare la turbolenta atmosfera del gigante gassoso, la sua magnetosfera, il tenue sistema di anelli e i suoi satelliti. Questi ultimi, in particolare, saranno oggetto di particolari attenzioni da parte di JUICE. La missione studierà, infatti, le lune ghiacciate Ganimede, Callisto ed Europa, sotto le cui croste gelate si pensa siano ospitati oceani d’acqua. Habitat potenzialmente compatibili con la vita. La fase finale della missione sarà rappresentata da un tour di otto mesi intorno a Ganimede. Sarà la prima volta, dopo la Luna, che una navicella spaziale orbiterà intorno a un satellite del Sistema Solare.
La missione sarà equipaggiata con dieci strumenti all’avangurdia – come camere ad alta risoluzione, altimetri laser, radar per penetrare la superficie ghiacciata e sensori per studiare il campo magnetico e le particelle cariche – tra cui RIME (Radar Sounder for Icy Moons Exploration) il cui sviluppo è stato affidato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e a Thales Alenia Space. Sono realizzati con il supporto dell’ASI e con il contributo tecnologico di Leonardo anche la camera ad alta risoluzione JANUS e lo spettrometro MAJIS, a dimostrazione dell’importante ruolo dell’Italia nella missione.