Secondo alcuni psicologi, la maggior parte delle persone porta avanti un monologo col proprio inconscio composto dalle 150 alle 300 parole al minuto, arrivando a toccare circa 51 mila parole al giorno. Non solo parole, ma immagini positive o negative che accompagnano il disquisire interiore, possono condizionare il nostro umore, fiducia e autostima quotidiani. I vocaboli e le convinzioni hanno un grandissimo potere sul nostro comportamento e affinché il self talking produca risultati positivi è necessario pensare e parlare con noi stessi in modo ottimistico. Non bisogna, dunque, essere troppo critici, poiché un dialogo del genere potrebbe avere effetti tutt’altro che piacevoli e, in alcuni casi, depressivi.
Alcuni studi hanno dimostrato che il rapporto fra commenti positivi e negativi per essere incentivante e agire sull’autostima, debba essere di cinque a uno; peccato però che nella maggior parte dei casi la proporzione sia invertita. Come migliorare allora il nostro self talking? Bisogna innanzitutto essere meno avversi verso noi stessi, rivolgerci allo specchio con semplicità, come se stessimo guardando o interagendo con il nostro migliore amico. Introdurre vocaboli positivi nel nostro dialogo aiuterebbe non poco, ogn’uno ha l’attitudine ad elaborarne di differenti in base al proprio immaginario interiore.
E’ chiaro che parlare con un amico è molto più semplice che avere a che fare con il proprio IO, vuoi per la costante volontà di migliorarsi, di essere considerati dalle persone che ci circondano, ma soprattutto, di percepire la propria affermazione all’interno della società, cercando conferme al di fuori del nostro inconscio. Ma se partiamo da un presupposto critico verrà da sé che non riusciremo a carpire quelle piccole conferme quotidiane che vengono dall’esterno. Essere critici o filosofi con noi stessi dipende soprattutto dal background culturale e dalle esperienze vissute, come tutti i rapporti, anche quello con noi stessi è condizionato dal sentiero che stiamo percorrendo. Come in tutte le cose, anche in questo si può migliorare. E’ importante che il self talking positivo entri a far parte della nostra quotidianità, è giusto che pensieri positivi attraversino il nostro IO volontariamente e non sulla scia di quella filosofia spiccia derivante da positivismo new age, ma più semplicemente poiché empiricamente verificato.
Per esempio secondo uno studio dell’Università del Michigan, nel momento in cui si utilizza il self talk le possibilità di successo sono maggiori se si usa il pronome “tu” al posto di “io”. L’Università ha condotto un esperimento su un gruppo di persone alle quali è stato richiesto di stilare un discorso per ottenere il lavoro dei propri sogni utilizzando il self talk come incoraggiamento. Ad alcuni è stato chiesto di parlare a se stessi in prima persona mentre ad altri di utilizzare il “TU”. Il risultato è stato che i colloqui di chi si è rivolto a sé stesso in seconda persona sono stati molto più sereni e persuasivi nei confronti del probabile datore di lavoro.
Analizzare i fatti non dall’interno aiuta ad avere un punto di vista meno critico, più distaccato e positivamente oggettivo. Bandite dunque le frasi: “non funzionerà mai”, “non le piacerai mai”, “non sei abbastanza intelligente”, “non otterrai mai ciò che vuoi”. Mentre training come “sarà una bella giornata”, “è normale commettere degli errori”, “tu ami te stesso” faciliteranno il percorso individuale. La pratica non è molto diffusa.
Per esempio Gino, un diplomato in cerca di lavoro, alla domanda “tu parli con te stesso?”, ha risposto: Si e no. Quando sono stressato, quando mi arrabbio per qualche cosa che non ho portato avanti come dovevo si, ma più che parlare, litigo con me stesso. Se le cose però vanno bene, che ho da dirmi?
Per esempio Gino, un diplomato in cerca di lavoro, alla domanda “tu parli con te stesso?”, ha risposto: Si e no. Quando sono stressato, quando mi arrabbio per qualche cosa che non ho portato avanti come dovevo si, ma più che parlare, litigo con me stesso. Se le cose però vanno bene, che ho da dirmi?
Questo è un tipico esempio di self talking negativo. Ma siamo sicuri che anche Gino saprà migliorarsi.
A tal proposito, vi diamo alcuni consigli. Nel caso di un colloquio di lavoro è importante ricordare quale è il risultato a cui si mira in modo da essere reattivi e propositivi. Frasi tipo “questo colloquio di lavoro sarà una passeggiata” sarebbero da preferire. In caso di insuccesso, sarebbe il caso di pensare: “hai fatto del tuo meglio, devi impegnarti di più e riprovare”. Una gara sportiva? Il consiglio è di concentrarsi sulle proprie qualità. Ripetendosi frasi del tipo “sei molto preparato” o “hai tutte le capacità per vincere”. Prima di un discorso in pubblico si può ricorrere a frasi quali “non parlare troppo velocemente”, “ricordati di effettuare alcune pause per ottenere enfasi”, “mantieni il contatto visivo con il pubblico”. Prima di un appuntamento romantico, frasi del tipo “relax”, “stai benissimo”, “smettila di preoccuparti”, “ricordati di ascoltare”.
Buon dialogo a tutti dunque!