Il diamante è da sempre il simbolo dell’amore eterno, del pegno matrimoniale e della promessa del vivere per sempre felici e contenti. Un diamante è per sempre, per questi motivi e non solo, a quanto pare rivenderlo non conviene affatto. Sembra che chi provi a vendere il proprio gioiello ricaverebbe all’incirca un decimo del prezzo iniziale, quindi, tanto vale conservarlo. Stiamo parlano dei diamanti in quanto gioie, non certo di quelli da investimento con tanto di confezionamento in blister, per questi, il discorso cambia radicalmente, in questo settore, in effetti esiste un meccanismo di rivalutazione annuale e veri e propri prezzi di mercato che regolano una eventuale rivendita. I diamanti “di casa restano a casa”? Più o meno. A cambiare la moda vuole pensarci De Beers. Perché? Pare che il mercato dei diamanti sia in crisi per il calo degli acquisti di settore a livello mondiale, pare che i petrolieri russi e arabi, così come i cinesi, non acquistino più come una volta. Qui entra in gioco De Beers. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio mercato dell’usato con quotazioni sicuramente inferiori al prezzo d’acquisto ma altrettanto soddisfacenti, in questo modo sarebbe possibile ampliare la platea di acquirenti di gioielli con diamanti senza incappare nella paura della svalutazione.
11 Aprile 2016
Se l’amore è per sempre, il diamante diventa usato
Scritto da Maria Giuseppina Buono
Un diamante è per sempre, così recita il detto, anche perché, rivenderlo non conviene.
Per la realizzazione del progetto la De Beers ha già istituito in America la società Iidv (Istituto internazionale di valutazione dei diamanti) con lo scopo di stabilire il prezzo dei diamanti da gioielleria. Il procedimento di vendita può essere attuato attraverso due modalità: al negozio o via web.
La procedura che si svolge in negozio vede impegnati una rosa di rivenditori autorizzati dalla società al riacquisto delle gemme. Il gioielliere si impegna a stabilire una quota di acquisto del gioiello in base alle tabelle dell’Iidv aggiornate costantemente e, se il venditore accetta, allora l’accordo è concluso e il gioielliere formalizza l’acquisto attraverso il pagamento. I gioiellieri del circuito si impegnano, inoltre, a mettere il cliente-venditore a proprio agio, non effettuando domande sulla motivazione della vendita e concludendo il tutto nella maggiore discrezionalità prevista dal caso.
Se, diversamente, si preferisce ancora più discrezionalità, si può decidere di vendere il proprio articolo on line sul sito dell’Iidv. In questo caso il venditore compila l’apposito modulo con i propri dati e la descrizione del gioiello oggetto di transazione, spedisce il pacco all’indirizzo indicato sul sito, le spese di spedizione e assicurazione sono a carico dell’Iidv. Se l’offerente accetta la cifra stabilita che, pare essere più appetibile di quella della vendita in negozio, allora l’affare è concluso, diversamente, il pacco gli sarà rispedito in esenzione spese. Negli Stati Uniti, questo meccanismo di vendita è già entrato in vigore.
Questo procedimento non deve essere confuso con il mercato dei diamanti da investimento di cui la De Beers pure gestisce a livello mondiale i flussi di estrazione e di vendita in modo da garantire un livello costante di crescita del valore delle pietre certificate e contenute nei blister. La quota ovviamente in questi casi non è specificata in quanto non si tratta di bond a cedola fissa, tuttavia, la promessa è quella che anche in periodi di crisi le quotazioni restino invariate. Il mercato riguarda pietre tagliate fra i 0,5 e 1,5 carati e vanno rivendute dopo molti anni, quando saranno apprezzate.