Le industrie delocalizzano, i call center delocalizzano, i media delocalizzano. Le prime due sono storie note e discusse. La terza è piuttosto nuova, ma altrettanto vera. E’ il caso di Agon Channel, che a partire da ottobre-novembre andrà in onda sul digitale terrestre italiano pur avendo sede fisica altrove.
Da dove trasmette Agon Channel? Dalla capitale albanese, Tirana. E allora? Il caso nasce dal suo organico, nel quale i posti di rilievo sono occupati da personaggi italiani che hanno deciso di puntare alle coste (e ai costi) albanesi. L’editore, Francesco Becchetti, è italiano. Il direttore editoriale, Alessio Vinci, è italiano. Il responsabile trasmissioni sportive, Giancarlo Padovan, direttore di Tuttosport dal 2002 al 2008, è italiano. E il pubblico di riferimento, cosa più importante, sarà italiano.
Becchetti è un imprenditore romano, amministratore delegato della Beg (Becchetti Energy Group) che si occupa di energie rinnovabili e trasformazione di rifiuti. Nei balcani i suoi interessi mediatici sono preceduti da quelli riguardanti il calcestruzzo, settore nel quale era già attivo. In passato è stato general manager della Roma volley, formazione che nella stagione 99-00 vinse lo scudetto.
E Vinci? Faccia nota. Ex corrispondente CNN, ha condotto la trasmissione televisiva Matrix fino al 2013, quando ha deciso di spostarsi a Tirana, ad Agon Channel, per curare trasmissioni destinate ad un’utenza albanese. Ora l’emittente guarda con decisione all’Italia. L’idea di Vinci su Agon Channel è quella di una «Ryanair della tv italiana»: vendere a prezzi stracciati facendo regolare, di conseguenza, il mercato delle grandi.
Già, prezzi stracciati. Del resto, ipotizzare prezzi stracciati con costi significativi è cosa abbastanza difficile. Più semplice è invece farsi un’idea di come Agon Channel riuscirà a risparmiare, pensando almeno ad un paio di cose. Per dirne una: riducendo l’organico. Non ne fa mistero lo stesso Vinci, secondo il quale «non c’è più spazio per le grandi redazioni con decine di colleghi che fanno al massimo un servizio al giorno». Per dirne un’altra: moltiplicando – in teoria – le competenze dei singoli, con «cronisti che sanno, da soli, realizzare un servizio video dalle riprese al montaggio». E poi il personale, che sarà anche albanese: si produce con un decimo dei costi italiani, parola di Vinci.
Organico albanese, d’accordo, però dipende. Due giorni fa è partito un tour di un mese e mezzo per trovare persone ideali da inserire in fiction e reality. La prima tappa è stata Bologna, città nella quale, è stato detto, si cercano persone normali. Il casting procederà per luglio e agosto in tutta Italia. Il canale ha avuto collaborazioni con altri personaggi più o meno noti: Barbara D’Urso, Enzo Iacchetti, Manuela Arcuri, Alba Parietti, Jimmy Ghione, Kledi Kadiu, Ambeta Koromani. Nomi che, con il taglio editoriale della televisione, si accordano senza significative difficoltà. «Il palinsesto» riporta il sito ufficiale «si basa su Reality, Talent, Game, Talk show – infotainment, News».
L’idea liberista di Vinci va a tutto spiano nei giorni difficili di Linkiesta, l’Unità ed Europa. Per non parlare di una crisi ormai fissa, quella dell’editoria e dei suoi contratti, dei suoi chiacchieratissimi equi compensi. Il paragone di Agon Channel con i prezzi Ryanair è efficace, perché vero. Lo sarà anche per i diritti dei suoi lavoratori e per la qualità dei servizi offerti?