“L’Europa ha fallito se i bambini continuano a morire di fronte alle coste del Vecchio continente, perché non è stato garantito loro un passaggio sicuro e legale, costringendoli a viaggi pieni di pericoli. Ancora oggi ci troviamo di fronte alla notizia della morte di 42 persone e in particolare di 17 bambini nei due naufragi avvenuti nelle ultime ore al largo della Grecia. Invece di concentrarsi sulla costruzione di muri e sul rafforzamento dei controlli alle frontiere, l’Europa deve agire immediatamente per fermare queste morti in mare e il sacrificio di tanti bambini“. Così Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children commenta la notizia degli undici bambini che hanno perso la vita nelle ultime ore al largo delle coste della Grecia.
“Solo questa settimana sono 27 i bambini che hanno perso la vita durante la traversata: ora che il clima invernale ha reso la traversata ancora più pericolosa, questi eventi sono purtroppo sempre più frequenti al largo di Lesbo. Ogni giorno arrivano in Grecia fino a 1.500 persone, nonostante le onde alte, l’acqua del mare freddissima e il clima invernale. Oltre a rischiare la vita durante la traversata, i bambini arrivano in condizioni drammatiche, infreddoliti, con abiti inadeguati, le labbra blu e chiari segni di ipotermia”, spiega ancora Raffaela Milano.
Save the Children sta fornendo loro, sia in Grecia che lungo la rotta balcanica, abbigliamento adeguato all’inverno e alle basse temperature, come giacche, stivali, cappelli, sciarpe e coperte. Inoltre, Save the Children sta offrendo ai rifugiati dei pasti caldi e degli spazi a misura di bambino all’interno dei campi, dove i più piccoli possono giocare in sicurezza e le madri con neonati possono rimanere anche durante la notte.
Informazioni sul progetto:
Fino ad oggi, 1,14 milioni di persone ha affrontato il rischioso viaggio attraverso il Mar Mediterraneo. 18.384 persone hanno affrontato la traversata nel 2016.
Il 48% dei nuovi arrivi vengono dalla Siria, il 21% dall’Afghanistan, il 9% dall’Iraq, il 4% dall’Eritrea, il 2% dalla Nigeria, il 3% dal Pakistan, il 2% dalla Somalia, l’1% dal Sudan, dal Gambia e dal Mali. Il 24% degli arrivi totali è composto da bambini.