La ministra Gelmini può ora vantare un’altro non invidiabile record: quello delle sentenze di vari tribunali italiani contro i suoi priovvedimenti di tagli alla scuola pubblica a favore di quella privata. A colpi di sentenze, purtroppo, si dovranno demolire i mostruosi decreti che hanno tolto ai disabili ore di sostegno ed opportunità d’integrazione e agli insegnanti precari la possibilità di un futuro
In primis fu la sentenza del Tribunale del lavoro di Genova che condanna il dicastero al rimborso di 500mila euro per 15 precari per mancata stabilizzazione. Poi arriva la seconda sentenza contro il ministero dell’Istruzione in pochi giorni quella del Tribunale della Spezia, quella in favore di uno studente disabile: taglio in contrasto con il diritto all’istruzione. Questa volta la sentenza sancisce che c’è stata una “condotta discriminatoria” da parte del ministro pro tempore per l’Istruzione, per aver ridotto le ore di insegnamento di sostegno a favore di uno studente disabile di un istituto superiore spezzino. Lo ha reso noto l’avvocato Isabella Benifei, promotrice del ricorso. Il giudice ha così condannato il ministero a ripristinare le ore di sostegno e a pagare le spese processuali. Benifei, incaricata dai genitori del ragazzo, ha contestato il contrasto fra i tagli della Gelmini e il diritto alla tutela delle persone con disabilità . “L’articolo 3 della Costituzione – si legge nel ricorso – promuove la piena attuazione del principio di parità di trattamento” e con il provvedimento ministeriale “viene leso il diritto del disabile all’istruzione”. Al di là del merito delle sentenze che hanno comunque sancito, in entrambe i casi, la condanna del Ministero dell’Istruzione, università e quindi il diritto al risarcimento del danno sia nei confronti dei quindici docenti che si sono rivolti al giudice del lavoro del capoluogo ligure, per un totale di circa 500.000 euro (il riconoscimento di 15 mensilità per ogni lavoratore come risarcimento del danno per la mancata immissione in ruolo) ed il pagamento delle spese processuali, sia del il disabile privato delle ore di sostegno e la sua famiglia. E’ ora facile ipotizzare una stagione di ricorsi in tutto il Paese per vedere restituiti i diritti, oltrechè, e diciamo soprattutto, la dignità , a decine di migliaia di lavoratori,disabili e famiglie che non rivendicano privilegi di casta ma gli elementari diritti di ogni persona.