Le carenze scolastiche dei giovani studenti devono essere colmate, altrimenti a risentirne sarà l’economia del futuro. Questo il monito dell’OCSEcirca i dati analizzati.
Più di uno studente su quattro nell’OCSE presenta forti carenze in almeno una delle competenze scolastiche di base, si parla, dunque, di circa il 28% dei ragazzi. La matematica primeggia fra le materie meno assimilate, circa il 23% dei quindicenni dei Paesi industrializzati è in difficoltà con problemi elementari. Parliamo di circa 4 milioni di ragazzi. Matematica, ma non solo, il 18% degli studenti ha problemi nella lettura e il 17,8% nell’apprendimento delle scienze. Circa il 12% degli studenti nell’OCSE è classificato come low perfomer in tutte e tre le materie elencate mentre il 3% è completamente sotto il livello 1, il minimo nelle scale dei test internazionali OCSE– Pisa. Il problema è preoccupante in potenza. Secondo l’organizzazione, in effetti, lo studio non enuclea solo studenti quindicenni svogliati ma una problematica più grande, si tratta di uno svantaggio per l’economia globale.
Gli studenti non sufficientemente competenti, in effetti, presentano maggiori probabilità di abbandonare gli studi, questo vuol dire che se una grande fetta di popolazione in futuro non avrà le competenze di base, a risentirne sarà l’economia globale.
Se venissero approntate delle riforme che consentano agli studenti di arrivare almeno a una rosa di competenze considerate basilari in maniera sufficiente, i guadagni economici dei Paesi sarebbero in grado di coprire in parte o in tutto i costi del sistema scolastico. E’ chiaro, bisogna ragionare a lungo termine per vedere l’economicità reale del problema scolastico. Come sottolinea Andreas Schleicher, direttore del dipartimento Istruzione dell’Ocse: «L’output che va perso a causa di strategie o pratiche scarse nell’istruzione lascia molti Paesi in quello che equivale a uno stato permanente di recessione, che può essere più grave e profonda di quella che ha avuto origine dalla crisi finanziaria». Secondo l’ OCSE è importante, dunque, individuare i low perfomers e adottare programmi e iniziative specifici che consentano l’integrazione e il raggiungimento dell’obbiettivo scolastico. Quando si parla di programmi, non necessariamente devono limitarsi alla sfera scolastica, quello che si chiede è di indagare sullo status ambientale, sociale, psicologico oltre che scolastico in modo da superare eventuali barriere personali che limitino l’apprendimento per poi agire a livello scolare. Questo, non per arginare soltanto l’impreparazione scolastica dei nostri studenti, ma soprattutto per non diventare un Paese in recessione.