Piovono brutti voti sugli studenti delle superiori: al termine del primo quadrimestre sono quasi 2 su 5 a non aver raggiunto il fatidico 6 in almeno una materia e, complessivamente, 1 su 7 ha collezionato almeno tre insufficienze. Insomma, un graduale ritorno alla normalità dal sapore agrodolce.
Da un lato, infatti, è sicuramente positivo che la didattica in presenza, specie durante l’anno scolastico in corso, abbia subito sempre meno interruzioni. D’altra parte, però, ciò ha significato che, dopo un periodo di parziale tregua, i docenti hanno ripreso a fare sul serio con le valutazioni.
Un po’ di dati
A ulteriore conferma del cambio di passo registrato negli ultimi mesi c’è un’altra circostanza evidenziata dalle ragazze e dai ragazzi risultati insufficienti al primo giro di boa dell’anno scolastico: per quasi la metà (45%) i problemi si sono manifestati proprio da settembre ad oggi.
Per un altro 27% si tratta di difficoltà che affondano le proprie radici già prima della pandemia. Alla fine, dunque, meno di un terzo (29%) afferma che le lacune presenti sono in tutto e per tutto l’eredità del biennio alle prese con la didattica a distanza pressoché totale.
Va detto, comunque, che la maggior parte delle scuole ha offerto corsi di recupero per chi ne avesse bisogno: solo 1 studente su 4 ne “denuncia” l’assenza. Tuttavia, la metà degli studenti interessati ha preferito declinare l’invito e provvedere in altro modo. Soprattutto rivolgendosi al supporto personalizzato, sotto forma di ripetizioni, a pagamento o gratuite.
Scuola, fioccano insufficienze. Approfondiamo
Tra chi ha avuto la brutta sorpresa in pagella, la fetta più consistente (39%) si è affidata a un docente privato per tamponare la situazione. C’è chi lo ha fatto anche prima della “sentenza” (26%). C’è chi ha iniziato subito dopo la certificazione dell’insufficienza o lo farà a breve (6%). Chi si è fatto affiancare ma ha smesso dopo aver raddrizzato la situazione (7%).
A questi vanno aggiunti quelli (27%) che hanno preferito farsi aiutare da parenti o conoscenti.
Numeri, quelli appena illustrati, che se proiettati su larga scala si traducono in un notevole giro d’affari generato da questo settore. Poi, volendo guardare la questione dal punto di vista opposto, in un cospicuo esborso di denaro per le famiglie.
Aprire il portafogli
Almeno stando a quanto raccontano i ragazzi, quest’anno la stima di spesa per ogni famiglia si aggira mediamente sui 400 euro. Anche se i budget investiti sono molto diversificati. Il 16% dichiara una spesa annua stimata inferiore ai 100 euro. Il 50% una somma compresa tra i 100 e i 400 euro. Il restante 34% supera queste cifre proiettandosi verso punte che possono superare persino i 2000 euro.
Dopo la Dad, in questi ultimi mesi si è tornati a privilegiare il tradizionale faccia a faccia. Il 65% degli intervistati ha ospitato il docente o si è recato a casa del prof. Il 14% ha alternato questa modalità con sessioni online, che invece sono state l’unico mezzo di interfaccia con il tutor per il restante 21%.
Quello che, invece, non ha modificato per niente quanto accaduto nello scorso biennio è l’elenco delle materie su cui gli studenti, perlomeno quelli più grandi, vanno più in difficoltà. Al primo posto regna incontrastata la matematica, spina nel fianco per i due terzi (65%) dei ragazzi.
Seguono le altre materie scientifiche, messe nella lista dal 34% degli intervistati; terzo posto per le lingue antiche (latino e greco), per le quali ha chiesto supporto il 28% degli alunni; ai piedi del podio le lingue straniere, rinfrescate dal 22% sul totale di chi usufruisce delle ripetizioni. .
A segnalare tutto una ricerca condotta da skuola.net su un campione di 2.600 studenti di licei, istituti tecnici e professionali.