E’ uscito nella Collana “Piccola Biblioteca di Letteratura Inutile” (Italo Svevo Edizioni) diretta da Giovanni Nucci, “Il complesso di Peeperkorn. Scritti sul nulla“, l’ultima opera letteraria di Paolo Albani, scrittore, poeta visivo e performer italiano.
Questo libro non parla di niente, cioè parla del nulla nelle sue più autorevoli forme ed esemplificative espressioni. Ma lo fa, stranamente, con grande cognizione. Ci sono dietro Thomas Mann e Fred Buscaglione, ovviamente Manganelli, Cortázar, Mallarmé, Queneau e Jaroslav Hasek. Ma è come se non ci fossero.
Pieter Peeperkorn, personaggio della Montagna incantata, o magica, di Thomas Mann, è un ricco olandese delle colonie, un pò di colore, un uomo di Giava, un piantatore di caffè. Peeperkorn ha il dono ? dice Mann ? di parlare senza dire niente. Certe volte le sue frasi non sono neanche pronunciate. Non aveva detto un bel niente, commenta Mann, ma la sua testa aveva senza alcun dubbio un aspetto così importante, la mimica e i gesti erano stati talmente decisi, penetranti, espressivi che tutti credevano di aver udito cose notevolissime.
Per scrivere di nulla, tentazione fortissima per qualsiasi scrittore dotato di un minimo di senno, amore per la propria lingua e cognizione sulla realtà in cui è costretto a vivere, ci vuole un certo coraggio. Niente di meglio, per una simile impresa, che un cultore di Letteratura Potenziale e di Patafisica. Dovrà metterci tutta la sua capacità di concentrazione, o d’astrazione, e scrivere dei riferimenti molto dotti riguardo a qualcosa che, in effetti, non c’è. Ma il lettore non deve spaventarsi, questo libro si legge come se nulla fosse.