Torna anche quest’anno Scoprir, mostra del cinema iberoamericano di Roma. La Reale Accademia di Spagna (Piazza San Pietro in Montorio, 3) ospita la quinta edizione della rassegna coordinata da Gianfranco Zicarelli e organizzata dall’Instituto Cervantes di Roma, in collaborazione con la FUIS – Federazione Unitaria Italiana Scrittori, Real Academia de España e le ambasciate di Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Perù, Portogallo e Uruguay.
Tredici film in lingua originale con sottotitoli in italiano, in rappresentanza di altrettanti paesi, verranno presentati al festival capitolino che ha come mission la promozione di una tra le cinematografie più dinamiche e audaci al mondo, capace di offrire novità tra le più interessanti in termini di tematiche, tecniche narrative e scelte stilistiche. Tra prime assolute, presentazioni con gli autori, proiezioni speciali e momenti di approfondimento, Roma diventa per una settimana la dimora delle culture filmiche iberoamericane, offrendo al pubblico una visione ampia, inedita e soprattutto originale di una scena in costante crescita. Con particolare attenzione ai giovani autori e ai talenti ancora poco noti alle grandi masse.
Ad inaugurare l’edizione 2016 di “Scoprir” sarà “De lo que sea” di Abraham Espinoza e Jhon Peñalva, film honduregno che narra la storia di cinque professionisti disoccupati i quali, stanchi dei ripetuti colloqui di lavoro falliti, decidono di dare vita a una piccola impresa di servizi vari, ma quelli che all’apparenza sembrano lavori facili nascondono in realtà grandi difficoltà. A seguire, dalle 20, “Mundo cão”, l’ultima pellicola di Marcos Jorge ambientata a San Paolo nel 2007, che racconta il dramma di una famiglia, con una crudele vendetta e tanti cani.
Tocca, poi, a “Vacaciones en familia“, commedia di Ricardo Carrasco che pone l’accento sull’arrivismo cileno e sulla vita fatta di apparenze. Dalle 20 la proiezione di “Un día perfecto para volar” del regista e scrittore spagnolo Marc Recha con Sergi López (miglior attore all’Amiens International Film Festival).
Mercoledì 14 invece, tocca a “Mr. Kaplan” del regista e sceneggiatore uruguayano Álvaro Brechner, che ha rappresentato l’Uruguay ai premi Oscar come Miglior Film Straniero del 2015. A seguire è la volta di “Gelo” film di Luís e Gonçalo Galvão Teles presentato all’ultima edizione del Festival Internazionale del Cinema Fantastico di Oporto, con Ivana Baquero, Afonso Pimentel e Albano Jerónimo nei ruoli principali.
Giovedì 15 alle ore 18 è la volta di “El comienzo del tiempo” (The beginning of time), il secondo film del regista messicano Bernado Arellano, acclamato ai festival di Pechino, Edimburgo e Montreal. Alle 20 spazio a “Dos Aguas” della regista e sceneggiatrice Patricia Velásquez, intenso lungometraggio ambientato nella zona sud dei Caraibi del Costa Rica.
Tre le proiezioni in programma il 16 dicembre: si inizia come di consueto alle 18 con “Abrazos”, il documentario del regista e produttore guatemalteco-statunitense Luis Argueta, il secondo della sua trilogia sulla migrazione, che racconta l’epopea di 14 bambini cittadini statunitensi che viaggiano dal Minnesota fino al Guatemala per incontrare per la prima volta i propri familiari. Dalle 18.50, poi, spazio a “Lubaraun (Al encuentro de…)”, docufilm etnografico scritto e diretto dalle cineaste María José Alvarez e Martha Clarissa Hernández, girato tra i Caraibi del Nicaragua e dell’Honduras, con elementi di road movie. Infine alle 20 la proiezione speciale con la pellicola italiana “Radio cortile”, opera prima del regista e attore romano Francesco Bonelli. Una commedia amara, ambientata all’interno di un’emittente radiofonica, che racconta i vizi e le storture di certo giornalismo condito dal gusto per la diffamazione.
Nella serata conclusiva della V mostra del cinema iberoamericano di Roma spazio dalle 18 a “Viaje a Tombuctú”, opera prima della scrittrice e regista peruviana Rossana Diaz Costa, premiata in vari festival internazionali in Perù, Colombia, Uruguay e Francia. A seguire, “Gente de bien” film di Franco Lolli – premiato in Belgio, Spagna, Argentina, Equador e Cuba – che racconta l’incontro tra un padre e un figlio che non hanno mai vissuto insieme.