Le immagini del lungomare di Napoli di sabato scorso hanno fatto il giro d’Italia. Un fiume di persone a passeggio, con mascherina, in una splendida mattinata di sole, tra ristoranti e pizzerie al completo. Sia chiaro, tutto legalmente concesso: la chiusura dei locali scatta alle 18 e il coprifuoco alle 22. Ciò nonostante scene come queste lasciano perplessi e scatenano aspre polemiche tra i rappresentanti politici. In questo caso lo scontro è tra il governatore De Luca e il sindaco De Magistris ma sulla gestione di questa seconda ondata c’è, nella politica in generale, un atteggiamento di tutti contro tutti. In un momento in cui, invece, ci sarebbe bisogno di coesione.
De Magistris vs De Luca: scontro su tutto
Nella gestione dell’emergenza sanitaria, De Luca ha avuto, sin dall’inizio, una linea d’azione ben precisa orientata verso la prudenza. Linea ampiamente contestata da De Magistris anche attraverso i canali social. Un attrito non nuovo, quello tra Regione Campania e Comune di Napoli, che viaggiano in direzioni opposte ormai da anni rendendo spesso difficile l’amministrazione della cosa pubblica. Più di un osservatore, molto tempo prima del Covid, ha richiamato i due amministratori locali ad atteggiamenti più maturi.
Le Regioni e il nuovo ordinamento in zone
La divisione dell’Italia in zone ha fatto scoppiare, poi, nuove polemiche tra i presidenti di regione e il governo. L’insurrezione dei rappresentanti delle regioni finite in zona rossa, come se il provvedimento fosse in realtà un trattamento discriminatorio, ne è una testimonianza. Qualcuno ha anche insinuato che la suddivisione abbia seguito criteri partitici. Una contraddizione, questa, se si riflette sul particolare che i dati necessari per tracciare il quadro che assegna ogni regione a una determinata fascia sono forniti dalle regioni stesse. Le regioni, ancora, hanno avuto un ruolo importante nelle scelte del governo a volte rallentando l’emanazione degli ultimi DPCM. In mancanza di un sentimento comune, l’autonomia regionale si è trasformata in uno strumento di pura confusione portando a una situazione per la quale i sindaci sono contro i presidenti di regione che a loro volta sono contro il governo.
Coesione politica: la grave mancanza
Insomma, la maggior parte delle difficoltà incontrate in questi mesi di emergenza sono state di natura politica. L’appartenenza a un partito è stata ritenuta prioritaria rispetto alla necessità di trovare un accordo. Nonostante la gravità del momento, governo e opposizione non sono riusciti a trovare una strada per collaborare. Fratelli d’Italia e Lega in testa non hanno perso occasione per remare contro, per soffiare sul fuoco dell’odio. Hanno cavalcato ogni intoppo, ogni sbaglio per alimentare il malcontento generale e la stanchezza inevitabile. Dai loro scranni non è mai arrivata una proposta o un segno di distensione. Una scelta politica precisa che il futuro valuterà.
In copertina foto di Giulia Marotta da Pixabay