Si apre una strada per nuove, potenziali cure contro la sclerosi multipla e le malattie autoimmuni: uno studio della Fondazione Santa Lucia Irccs con la Harvard Medical School e l’Università Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con l’Università di Stoccolma, ha infatti dimostrato la capacità di particolari molecole, le resolvine, di spegnere i linfociti ‘cattivi‘ alla base dei processi infiammatori cronici, rivelandosi un potenziale strumento di cura per sclerosi multipla e altre malattie.
I risultati della ricerca, pubblicati su Science Translational Medicine, confermano anche gli effetti benefici di una dieta ricca di Omega 3.
Lo studio ha dimostrato l’effettiva capacità delle resolvine di ristabilire un corretto equilibrio del sistema immunitario in modelli di laboratorio: “Ora stiamo iniziando a replicare gli esperimenti su campioni ematici di pazienti affetti da sclerosi multipla – spiega Valerio Chiurchiù, ricercatore della Fondazione Santa Lucia Irccs e dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – Se registreremo analoghi risultati, saremo in grado di proseguire con studi che potrebbero condurre in tre anni allo sviluppo di un nuovo protocollo terapeutico”.
Una carenza di resolvine nell’organismo, spiegano i ricercatori, potrebbe quindi confermarsi in futuro un fattore coinvolto nella genesi di infiammazioni croniche e malattie autoimmuni. Se così fosse, spiega Mauro Maccarrone, corresponsabile dello studio e direttore dei Laboratori della Fondazione Santa Lucia e dell’Università Campus Bio-Medico di Roma in cui si è svolta la ricerca, “le resolvine potrebbero non solo risultare utili per lo sviluppo di nuove terapie, ma anche come marcatori biologici per la prevenzione di questo tipo di patologie”.
Confermati anche gli effetti benefici di una dieta ricca di Omega 3. Le resolvine sono prodotte infatti dal nostro organismo attraverso il metabolismo degli acidi grassi Omega 3. Da qui l’importanza di un’alimentazione ricca di pesce.