(Adnkronos) – Lo sciopero nazionale del Tpl, di 24 ore e senza fasce di garanzia, proclamato dai sindacati per venerdì 8 novembre 2024, “è nelle regole, c’è un accordo di settore specifico”. Lo sottolineano i sindacati in occasione della conferenza stampa indetta in vista della protesta del trasporto pubblico locale, ricordando anche che uno sciopero del settore senza fasce di garanzia non veniva indetto dal 2005.
Una modalità (24 ore e senza fasce di garanzia), spiegano i sindacati, che per legge può essere utilizzata una volta per ogni vertenza sul rinnovo del contratto.
La denuncia unitaria dei sindacati di settore è che il trasporto pubblico locale italiano è assolutamente inadeguato ad affrontare l’imminente sfida del Giubileo. Una situazione aggravata dalla totale “assenza di confronti sul tema”, aggiungono Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Faisa Cisal e Ugl. Un problema, sottolineano i sindacati, “dell’intero Paese: i 35 milioni di pellegrini attesi si sommeranno ai turisti e ai lavoratori e ci sarà un problema. Siamo evidente preoccupati per ciò che potrà accadere nei prossimi giorni”.
“Senza fasce garanzia è regolare”
Un sistema di trasporto pubblico locale troppo frammentario che rappresenta un unicum in Europa e causa uno sperpero di risorse nonché un servizio inadeguato, denunciano ancora i sindacati. “Nel Paese esistono 900 aziende di Tpl contro le 5-6 degli altri Paesi Ue – dice Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit Cisl – Impossibile così creare sinergie, razionalizzare e dare un servizio efficace”.
Per Marco Verzari, segretario generale Uiltrasporti, “uno sperpero di risorse. Delle circa 900 imprese del settore soltanto 20 coprono il 50% del fatturato. Va rivisto il finanziamento del settore, sia nella qualità sia nella gestione”. Inoltre il trasporto pubblico locale italiano sconta una serie di problemi tra i quali quello di un parco circolante obsoleto.
“Vanno resi esigibili i mezzi che sono a disposizione. Oggi c’è una parte che non è utilizzabile. Il parco del Tpl nazionale conta circa 50mila vetture, e già sono poche a garantire il sistema; in più, di queste una parte è inadeguata, parliamo di circa il 20% di vetture che per vari problemi non circolano”, dice Verzari.
Alla sua denuncia si aggiunge quella dell’Ugl: “Chi usa il servizio pubblico vede in che stato sono le vetture. Le vetture ormai obsolete di Milano vengono mandate magari in Sicilia, ma i siciliani non sono italiani? Non hanno diritto a viaggiare come si deve?”, dice il segretario generale Fabio Milloch.
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