L’intesa è stata firmata nella Sala Stampa della Santa Sede da esponenti cattolici, musulmani ed anglicani. All’incontro hanno partecipato mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali in rappresentanza di Papa Francesco, dr Mahmoud Azab in rappresentanza del Grande Imam di Al-Azhar Egitto, rev.mo sir David John Moxon, in rappresentanza dell’Arcivescovo di Canterbury, Sua Grazia Justin Welby e mr Andrew Forrest, fondatore della Walk Free Foundation apponendo l’ultima firma.
L’evento inaugura il Global Freedom Network (GFN) che ha come partner principale la Walk Free Foundation, l’organismo aperto che si è adoperato per la realizzazione dell’iniziativa. Andrew Forrest spiega che il progetto nasce da un’idea di sua figlia che, al rientro da un’ esperienza in Nepal, sentì il profondo bisogno di dover fare qualcosa per la gente schiavizzata e in particolare per le bambine che aveva incontrato sulla sua strada.
La dichiarazione comune con toni molto duri recita: “La schiavitù moderna e la tratta di esseri umani sono un crimine contro l’umanità. Lo sfruttamento fisico, economico e sessuale di uomini, donne e bambini condanna 30 milioni di persone alla deumanizzazione e al degrado. Ogni giorno in cui continuiamo a tollerare questa situazione violiamo la nostra umanità comune e offendiamo le coscienze di tutti i popoli. Ogni forma di indifferenza nei confronti delle vittime di sfruttamento deve cessare. Invitiamo tutti i fedeli e i loro leader, tutti i governi e le persone di buona volontà ad aderire al movimento contro la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani”.
Per i più, l’immagine che arriva alla mente quando si pensa alla parola “schiavitù” è quella della tratta degli schiavi abolita ai primi del 1800, tuttavia, il dramma umano relativo al fenomeno ha cambiato forma ma persiste e continua a mietere vittime.
Secondo l’ultimo rapporto Unodoc 2012 sul traffico umano, si stimano ogni anno 20.9000.000 vittime del lavoro forzato, due milioni di persone oggetto di traffico sessuale, per lo più bambine, per non contare il traffico illecito di organi umani che genera uccisioni gratuite.
Un dramma, questo, avvertito dallo stesso Papa Francesco che non ha mai esitato ad alzare la voce sin dalla sua missione a Buenos Aires, al punto che, ogni 23 Agosto di ogni anno, celebrava una messa per le vittime. Gli strumenti utilizzati dalla fede saranno la preghiera ed il digiuno e sarà indetta una giornata di orazione per le vittime e per la loro libertà e non solo. Tutti gli uomini di buone intenzioni saranno chiamati a partecipare attivamente al progetto.
Nel primo anno saranno messi a punto dei programmi, i cui punti salienti saranno:
– Invitare tutte le confessioni religiose a vigilare affinché le loro catene di approvvigionamento e investimenti escludano forme di schiavitù moderne.
– Mobilitare le sezioni giovanili di tutte le confessioni religiose per sostenere progetti destinati a sradicare la schiavitù moderna.
– Istruire famiglie, scuole, università, congregazioni e istituzioni sulla natura della schiavitù, insegnare a denunciarla e a segnalare la capacità distruttiva di atteggiamenti sociali, pregiudizi e sistemi nocivi connessi al fenomeno.
– Invitare i leader politici a vigilare affinché le loro catene di approvvigionamento escludano forme di repressione.
– Esortare 50 grandi multinazionali i cui CEO sono persone di fede e di buona volontà a garantire che le loro catene di approvvigionamento escludano forme di schiavitù moderne.
– Invitare 162 governi ad avallare pubblicamente l’istituzione del Global Fund per porre fine alla schiavitù con 30 capi di stato che lo sostengano pubblicamente entro la fine del 2014;
– Stimolare il G20 a condannare la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani e ad adottare iniziative contro il fenomeno.
Quello delle Grandi Religioni, dunque è principalmente un appello a tutte le coscienze umane prima che istituzionali per un impegno comune a tutela dei diritti degli individui.