Dall’Australia arriva l’ennesima denuncia: partite truccate dietro la sconfitta dell’Australia contro l’Italia nel Mondiale 2006? L’ex calciatore e capitano della nazionale Craig Moore ha lanciato l’ipotesi che l’uscita dalla Coppa del Mondo dei “canguri” sia legata ai casi di corruzione nella FIFA
Non poteva mancare l’ultima chicca nella calciopoli mondiale che non coinvolgesse l’Italia che nel 2006 si era risvegliata dall’incubo della calciopoli nazionale solo con la vittoria dello storico quarto mondiale.Dagli antipodi, infatti, rimbalza una notizia che fa riflettere, dopo che Craig Moore, giocatore della nazionale australiana che ha lanciato l’ipotesi secondo cui la corruzione nella FIFA potrebbe aver giocato un ruolo nella controversa uscita del suo paese dalla Coppa del Mondo del 2006 in Germania.
Non una voce qualunque, quella di Moore, che è stato capitano della nazionale ed ha condiviso questa idea con i suoi 46.000 followers su Twitter nella giornata di sabato. A seguito delle accuse di corruzione mosse all’interno delle varie correnti nei massimi organi di governo del calcio, Moore avrebbe sospettato che azioni fuori campo avrebbero potuto anche influenzare quello che stava accadendo nelle arene di Germania 2006. L’Australia era stata eliminata dal torneo dopo aver perso contro la nostra nazionale per 1-0 nella gara dei sedicesimi di finale a causa di un calcio di rigore che già all’epoca molti avevano bollato come dubbio.
Noi italiani, però, avevamo archiviato in fretta ogni polemica seguita alla caduta di Fabio Grosso in area quando la partita era sullo 0 a 0, oltre il tempo regolamentare – per la precisione allo scoccare del 93esimo – ed il successivo gol su rigore di Totti che ci avviò verso la vittoria di una straordinaria Coppa del Mondo nella storica finale di Berlino.
Certo, rivedendo le immagini finali della partita contro l’Australia, ed alla luce delle inchiesta dell’FBI che ha portato all’arresto di numerosi dirigenti FIFA, viene seriamente da pensare come ci sentimmo beffati dallo scandaloso arbitraggio dello sconosciuto Byron Moreno nell’infausto mondiale di Giappone e Corea del Sud di quattro anni prima.