Le scadenze alimentari potrebbero essere indicate, d’ora in poi, in modo diverso. La Commissione europea ha infatti presentato agli esperti dei Paesi membri una proposta di revisione delle norme sulle date di scadenza dei prodotti alimentari. La proposta vuole diventare una misura per contrastare lo spreco alimentare.
Scadenze alimentari: le nuove possibili etichette
La proposta presentata dalla Commissione europea in materia di scadenze alimentari riguarda la dicitura che troviamo sulle confezioni dei diversi prodotti. Attualmente sulle confezioni troviamo due diciture: “da consumarsi entro” o “da consumarsi preferibilmente entro” seguite da una data. Se la proposta della Commissione europea sarà approvata sulle confezioni alimentari dove troviamo la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” ne troveremo una seconda “spesso buono anche dopo”. Sappiamo infatti che, per molti prodotti alimentari, la data indicata come quella di scadenza non ha un significato perentorio.
Cosa si intende per data di scadenza?
In Italia è obbligatorio esporre la data di scadenza sulle confezioni dei prodotti alimentari. Le uniche eccezioni sono rappresentate da: vino, aceto, sale da cucina, zucchero, pane, focacce, dolci freschi, gomme da masticare, superalcolici. Anche per la frutta e la verdura freschi non si è tenuti a indicare la data di scadenza a meno che non siano sbucciate o tagliate.
Per tutti gli altri prodotti la data di scadenza è riportata secondo le seguenti regole. Deve riportare:
- giorno, mese e anno per i prodotti deperibili prima di tre mesi (come ad esempio latte e yogurt)
- mese e anno per i prodotti conservabili più di tre mesi e meno di 18
- solo l’anno per gli alimenti conservabili oltre i 18 mesi
Esiste poi il Termine Minimo di Conservazione (TMC) che è espresso sulle confezioni alimentari con la dicitura “conservare preferibilmente entro” seguita da una data. In quel caso la data non rappresenta un indicazione di sicurezza quanto di qualità. I prodotti in questione (che non sono quelli facilmente deperibili) se consumati dopo la data indicata non rappresentano un danno alla salute. Possono presentare proprietà organolettiche variate. Un biscotto o un cracker consumati settimane dopo il TMC non saranno avariati ma avranno perso la friabilità o la morbidezza originarie.
Una scelta etica
La dicitura proposta dalla Commissione europea di aggiungere alla dicitura “conservare preferibilmente entro” l’altra “spesso buono anche dopo” non è nuovissima. Quest’ultima è già in uso, infatti, da app anti spreco alimentare che suggeriscono di non farsi scoraggiare dalla data presente sulla confezione e di verificarne le qualità organolettiche annusando o assaggiando i prodotti. Prodotti sui quali, tra l’altro, i supermercati applicano spesso una scontistica.
La proposta della Commissione punta dunque a sostenere la lotta allo spreco alimentare. Secondo alcune ricerche, in Europa l’ignoranza sulle date di scadenza porta a cestinare ogni anno 9 milioni di tonnellate di cibi ancora commestibili.
In copertina foto di Elizabeth Ekman da Pixabay