“La scelta fatta dal Parlamento Europeo è un primo passo importante nella riforma di un sistema che ha costretto troppi minori soli e famiglie a rimanere nei paesi di ingresso come l’Italia e la Grecia, impedendogli in molti casi di ricongiungersi con familiari, amici o comunità in altri paesi europei,” ha dichiarato Karen Mets, Senior Advocacy Adviser di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.
“Le conseguenze dell’immobilismo sono agghiaccianti, e i minori bloccati nei campi nei paesi di ingresso hanno sviluppato gravi stati di ansia, soffrono di depressione e incubi notturni. Alcuni di loro sono arrivati addirittura a tentare il suicidio.”
Nel 2017, sono arrivati via mare in Italia 14.070 minori non accompagnati, il 13% del totale dei migranti giunti alla frontiera sud del nostro Paese. Solo 56, tra i minori soli presenti sul territorio nazionale, sono stati ricollocati in altri paesi europei e 399 hanno avuto accesso formale alla procedura prima del 26 settembre scorso, quando è stata sospeso il sistema straordinario di ricollocamento europeo. La mancanza di un sistema di ridistribuzione condiviso tra i paesi europei ha determinato negli ultimi anni gravissimi rischi e conseguenze per la maggioranza dei minori soli che hanno come meta altri paesi europei, dove già vivono familiari o connazionali con cui sono in contatto.
Nella maggioranza dei casi, si sono resi irreperibili al sistema di accoglienza formale riaffidandosi nelle mani di trafficanti e sfruttatori per cercare di attraversare il confine nord del nostro Paese. Secondo i riscontri sul campo, la quasi totalità dei 22.586 minori soli di origine eritrea (11.251), somala (5.618), siriana (2.927) e afghana (2.790) arrivati via mare in Italia tra il 2011 e il 2016 si sono esposti a questi rischi. La situazione si è ulteriormente aggravata dal 2016 a seguito della maggiore chiusura all’accesso da parte dei paesi confinanti alla frontiera nord, come confermano i 5.000 minori soli “riammessi” in Italia dalla Svizzera solo tra maggio e novembre 2016.
“I minori rifugiati costituiscono un terzo dei richiedenti asilo ed è indispensabile che si faccia di più per proteggerli. Abbiamo urgentemente bisogno di un sistema più giusto che redistribuisca in modo migliore i richiedenti asilo entrati in Europa, e dia una reale possibilità di integrazione e futuro a persone che sono fuggite da guerre, conflitti e violenze. Il Consiglio Europeo si deve unire ed accogliere seriamente questo voto del Parlamento facendo sì che il peso dei paesi in prima linea venga condiviso. Nessun bambino in cerca di salvezza dovrebbe essere rinchiuso o detenuto. È necessario che le proposte per un maggiore controllo dell’identità ai confini, previste dalla riforma, non si traducano in un aumento dei casi di detenzione di minori”.