Sempre più difficile la situazione dei rifugiati siriano in Libano. Migliaia di famiglie e di bambini rifugiati siriani che vivono ad Arsal, in Libano, nei prossimi giorni assisteranno alla demolizione delle proprie abitazioni, o dovranno abbatterle da sé, in seguito alla decisione delle autorità di radere al suolo qualsiasi struttura utilizzata dai rifugiati che non sia fatta esclusivamente di legno o plastica.
Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – sottolinea come poco chiare siano le soluzioni alternative a disposizione delle famiglie. Alcune hanno già iniziato a demolire le loro case e hanno allestito, nelle zone limitrofe, tende e rifugi provvisori, mentre altre restano in attesa dell’intervento delle autorità.
“Ci è arrivato un avviso che diceva che avremmo dovuto abbattere la nostra casa. Lo abbiamo fatto, siamo andati via ma stiamo ancora aspettando che qualcuno venga a darci teli e legna. Il campo intero è stato raso al suolo, non solo la nostra casa. Ho una bambina piccola che ha l’asma e non possiamo continuare a rimanere all’aperto. Stiamo aspettando che qualcuno venga da noi per registrarci e ancora non so dove dormiranno i miei figli”, è la testimonianza di Bushra, 34 anni, madre di tre bambini di 13, 12 e 3 anni che vive ad Arsal da sette anni.
Sono circa 40.000 i rifugiati siriani che vivono attualmente in Libano nella zona di Arsal. Save the Children, in collaborazione con le altre agenzie umanitarie, è tuttora al lavoro per offrire il necessario supporto alle famiglie e ai bambini le cui abitazioni sono state, o saranno, rase al suolo. Nello specifico, l’Organizzazione è al lavoro per garantire la distribuzione di kit per la costruzione di ripari, costituiti da tende, teli di plastica, legna e attrezzi, e allestirà uno Spazio mobile a misura di bambino per offrire ai minori il supporto psicosociale di cui hanno particolare bisogno in questo momento.