Save the Children, che ha fatto appello a tutte le parti in conflitto perché i bambini e le loro famiglie vengano protette, lancia oggi l’allarme per l’imminente disastro umanitario nel nord-est della Siria, dove molte persone sono già state costrette a sfollare nella notte per sfuggire ai combattimenti. E dove l’Organizzazione, presente nell’area dal 2014, sta ora potenziando il suo intervento umanitario.
“Siamo fortemente preoccupati per la sicurezza di migliaia di bambini e loro famiglie sfollati questa notte. La nostra priorità è assicurare che si faccia ogni sforzo possibile per dare il supporto necessario ai bambini. I nostri team nel nord-est della Siria hanno sentito esplosioni durante tutta la notte, ma stanno continuando ad operare sul posto e stiamo ampliando il nostro intervento per far fronte ai nuovi bisogni,” ha dichiarato Jiwan, un operatore di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
“Anche se i combattimenti sono localizzati nelle zone di confine, abbiamo assistito allo sfollamento dai maggiori centri abitati verso le aree circostanti. Le persone sono spaventate e non possono prevedere quale sarà l’estensione delle operazioni militari in atto.”
“Le città nelle quali ci troviamo sono tranquille oggi, ma c’è un’aria di forte sospensione e insicurezza nelle persone, per quello che potrà accadere. Si aggrappano alla speranza, per loro e per i loro bambini, che il conflitto non si estenda ad altre città.”
“Le notizie di civili uccisi, tra cui 2 bambini, e molti altri feriti sono devastanti. Il nord-est della Siria accoglie molte persone che purtroppo conoscono bene gli orrori di questa guerra. Molti sono stati costretti a sfollare più di una volta. Quante volte abbiamo visto file di persone, con quel poco che gli rimaneva legato sulla schiena, camminare in cerca di un posto più sicuro? Con l’inverno dietro l’angolo, saranno costretti ad affrontare ulteriori sofferenze prima di poter trovare un riparo. Famiglie che sono preoccupate per le loro vite, che non pensano ad altro che a portare i loro figli al sicuro.”
Oltre ai civili siriani del nord-est, nella stessa zona ci sono migliaia di donne e bambini che vivono nei campi per sfollati. Tre di questi campi ospitano famiglie siriane e irachene, e più di 9.000 bambini stranieri di 40 nazionalità diverse con presunti legami con l’ISIS, che dipendono esclusivamente dagli aiuti umanitari per sopravvivere. Al momento i 3 campi riescono a far fronte alla situazione, ma ogni danno al sistema degli aiuti può mette a rischio la vita delle 90.000 che sono ospitate.