In occasione della visita a Lampedusa di Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Save the Children, l’organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a tutelarne i diritti, lancia l’appello all’Europa affinché torni ad essere leader nel rispetto, la promozione dei diritti umani e la protezione e accoglienza dei più vulnerabili, tra cui i minori e in particolare quelli che viaggiano da soli, condividendo questa responsabilità tra gli stati membri.
‘L’isola di Lampedusa è da sempre avamposto del soccorso e dell’accoglienza. L’Unione Europea riparta da qui per assicurare a bambini e ad adolescenti in fuga da guerre, violenze, fame e povertà, un’accoglienza rispettosa dei loro diritti’, dichiara Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
‘Siamo estremamente preoccupati che gli Stati membri continuino a considerare la crisi migratoria nell’ottica della salvaguardia dei propri confini. I minori continuano a essere una parte consistente dei migranti in arrivo e pochissime misure sono state adottate per far fronte alle loro esigenze, sia per quelli non accompagnati, sia per quelli che arrivano con le loro famiglie’, continua Neri. ‘Ricordiamo che la Commissione Europea ha individuato i minori soli come uno dei gruppi più vulnerabili e per questo, ne ha raccomandato la considerazione prioritaria nelle procedure di relocation. Manca ancora tuttavia una definizione pratica di come realizzare questa raccomandazione’.
L’Organizzazione raccomanda che la situazione individuale di ciascun minore venga attentamente valutata ed evidenzia inoltre la complessità e l’eccessiva durata del ricongiungimento familiare dei minori soli con famiglie che vivono già in Europa.
Save the Children chiede ai governi europei di creare percorsi sicuri e legali per le persone in fuga da guerre e persecuzioni che cercano asilo, in modo da evitare la perdita di vite nei viaggi pericolosi e ridurre la domanda alle reti di trafficanti. A livello europeo, bisogna continuare a investire nelle operazioni di ricerca e soccorso, che consentono di salvare vite umane in mare ed evitare ulteriori morti nel Mediterraneo. È inoltre necessario fissare standard per garantire che tutte le operazioni alle frontiere attuali e future siano trasparenti, in linea con le convenzioni internazionali sui diritti umani e il diritto dei rifugiati.
‘È chiaro che le politiche di deterrenza basate sulle recinzioni di filo spinato, sulle azioni intimidatorie delle forze di polizia e sulla chiusura delle frontiere faranno ben poco per fermare persone disperate alla ricerca di sicurezza’, conclude Valerio Neri.