Save the Children fa emergere un dato in Italia. Ben otto regioni, il 50% dei bambini non ha la possibilità di usufruire del servizio mensa e dunque delle opportunità sociali ed educative ad esso collegato. La mensa non è solo un semplice servizio di refezione ma porta d’accesso e luogo di fruizione di un insieme di diritti a cui è collegata.
- La mensa scolastica è uno strumento di contrasto alla povertà minorile. In Italia, infatti, il 5,6% di minori non consuma neppure un pasto proteico adeguato al giorno e 1 famiglia con almeno un figlio su 10 ha avuto nel 2015 un livello di consumi al di sotto della soglia di povertà assoluta: per questi bambini il pasto consumato con i compagni a scuola è l’unico della giornata e realizza concretamente il diritto alla salute.
- In contesti di svantaggio socio-economico dove i minori vivono condizioni d’esclusione sociale la mensa, insieme ad altri strumenti essenziali per l’apprendimento (tecnologie, laboratori, palestre e tempo pieno) concorre a garantire un’adeguata offerta di servizi e opportunità formative e a contrastare la povertà educativa.
- Il pasto a scuola è un momento educativo in cui si può prevenire l’obesità e la malnutrizione infantile attraverso iniziative di compartecipazione degli stessi bambini alla costruzione di un menù sano, nutriente e di qualità: un valido strumento di educazione alimentare e promozione di sani stili di vita.
- La mensa è un momento di trasmissione di importanti valori come l’integrazione e la socializzazione, di crescita pedagogica e di educazione comportamentale da cui nessun bambino dovrebbe essere escluso.
- Il Ministero della Salute prevede a scuola la presenza delle commissioni mensa dove i bambini possono esprimere le proprie idee sul ruolo come sul menù del pasto e rispetto a come migliorare il servizio. La mensa dunque promuove anche il diritto dei bambini alla partecipazione e ad essere ascoltati, come prevede l’art.12 della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC).
Purtroppo l’erogazione del servizio mensa in Italia risulta disomogenea e priva di regole condivise e, nella roulette “mensa sì, mensa no” delle scelte comunali, chi ne fa le spese sono i bambini più vulnerabili. Un equo accesso alla mensa dovrebbe prevedere, in primo luogo, il servizio gratuito per le fasce più disagiate allo scopo di tutelare il diritto ad un’istruzione di qualità e ad una buona salute; inoltre, è necessario che i criteri di accesso al servizio, per quanto riguarda le riduzioni tariffarie, siano uniformi, senza nessuna discriminazione per tutti i bambini.